Il suo debutto solista su major, Lonelyland, ha venduto oltre 15mila copie solo in un negozio di dischi della sua città, Austin, Texas, ma fuori dai confini cittadini Schneider ancora deve arrivarci. Il buzz che lo riguarda trova giustificazione nella sua intensa attività con due diversi progetti, Scabs e Ugly Americans, e anche, in ultimo, con la propria carriera solista. Una carriera che stenta a decollare, a onta delle sue indubbie qualità, che, pur tra luci e ombre, risaltano anche in l’m Good Now.
Il guaio è che Schneider vuole troppo e troppo in fretta. Vuole il successo facile e l’airplay di massa, e lo cerca con eleganza ruffiana sin dalla traccia d’apertura, l’irresistibile Come With Me Tonight, dall’uncino pop killer; vuole competere con Counting Crows e Wallflowers come roots rocker dell’anno, e ci prova subito dopo con la perfetta Medicine; vuole il suo posto nella scena dei nuovi songwriter introversi e sfigati, e ci immalinconisce con una ballatina folkie facile facile come A Long Way To Get; vuole gareggiare con i folk rocker ribelli come Todd Snider o Robert Earl Keen e mette sul piatto una (finta) sgangherata l’m Good Now e una blasfema (ma dal chorus che non ti lascia) God Is My Friend; non vuole rinunciare a essere il rocker che sa di essere, e allora alza la voce e le chitarre in Cmon Baby. Tutto questo solo nella prima parte del disco, peraltro quella più felice.
Ciò che resta, terminato l’ascolto dell’intero album, è che Schneider abbia perso un’altra occasione mescolando le sue carte e concedendosi troppo a pur riusciti esercizi di stile. Singolare che la traccia finale, un piccolo bozzetto acustico sorretto da una elegante partitura d’archi, non sia menzionata nei titoli: è una ennesima incarnazione di Schneider, intimista e fragile, e dopo tanto vagare da un sembiante ad un altro, pare quella più interessante.
Vanguard 79762 (Roots Rock, Singer Songwriter, 2004)
Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 109, 2004
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