Bruce Cockburn – Nothing But A Burning Light cover album

Certo che ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il giovane Bruce Cockburn si presentava al pubblico con album come Circles In The Stream o In The Falling Dark dal dolce sapore acustico e sognante. Gli anni passano e le cose inevitabilmente cambiano: lo stesso tempo che ha trasformato i suoi biondi capelli in un grigio diffuso lo ha anche, poco alla volta, spostato sui sentieri di un rock, se si vuole molto delicato e dall’espressività misurata, ma pur sempre rock.
Così il suo ultimo lavoro, Nothing But A Burning Light, uscito per conto della Columbia, continua nella stessa dimensione easy estremamente godibile in cui la bella voce appare come il vero comun denominatore che lega tra di loro i dodici pezzi presenti.

Cockburn da buon canadese ha negli occhi gli spazi immensi e incontaminati della sua terra ed ha ovviamente a cuore una natura da rispettare in tutte le sue componenti e per questo scrive Action Speak Louder e lo regala a Greenpeace che lo usa come colonna sonora del suo documentario The Greenpeace Years. Ma Action Speak Louder non è l’unico brano strumentale presente nell’album, c’è anche lo splendido When It’s Gone, It’s Gone in cui Cockburn viene coadiuvato da Mark O’ Connor al violino (presente anche in altri pezzi) e da Booker T. Jones all’organo.

Ci sono poi tante piccole chicche, in buona parte mirate a risollevare problematiche di ordine etico e civile. Tra queste spiccano Indian Wars interpretata da Jackson Browne, in cui viene ribadito che la terra americana era indiana già da quando Roma dominava sul mondo conosciuto di allora; Kit Karson in cui il vecchio eroe viene considerato nel discutibile ruolo di esecutore senza paura di ordini che vengono dall’alto e Cry Of Tiny Baby che racconta dello sgomento del Giuseppe evangelico davanti alla maternità di Maria.
E’ insomma Nothing But A Burning Light è un album intelligente che mostra un Cockburn in gran forma creativa con una vitalità straripante.

Columbia 468898 1 (Singer Songwriter, 1991)

Roberto Caselli, fonte Hi, Folks! n. 51, 1992

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