Canned Heat – Internal Combustion cover album

Dopo più di 25 anni passati a suonare il blues ed il boogie per il mondo intero, i membri viventi dei Canned Heat si auto-celebrano con questo Internal Combustion,  ennesima ‘reunion’ forse la più ambiziosa tra le tante.
Adolfo ‘Fito’ de la Parra, batteria e produttore di quest’opera affidata alla australiana Aim (già responsabile di due lavori degli Heat), Larry Taylor, basso, sono affiancati da due ex, Harvey Mandel e Henry Vestine, chitarre, oltre al cantante armonicista James Thornbury e dal chitarrista Junior Watson, ancora oggi membri fissi della band.

Non sfigurano una lunga serie di ospiti ove spicca un altro vecchio amico, Ronnie Barron. Egli lascia il segno al piano nella sua I Used To Be Bad e in John Lee Hooker Boogie, un brano tutta nostalgia del glorioso e possente Canned Heat-boogie-sound. Questo è, con Dear Mother Earth, il brano più tipico ed inconfondibile del vibrante boogie-blues sound di questa band che ha perso, all’apice della popolarità, i due elementi cardine della formazione.
‘The Bear’ e, soprattutto, quel misconosciuto genio che era ‘the Owl’ erano l’elemento caratterizzante del loro sound, quelli che lo rendevano unico ed inconfondibile. I sopravvissuti sono più che dignitosi e, ad onor del vero, Internal Combustion, il più riuscito, e ben prodotto lavoro del post-Hite-Wilson.

I Canned Heat attuali rispetto a quelli di un tempo non sono più una rock band con country-blues roots, ma piuttosto una blues band che conosce ed interpreta più l’aspetto urbano ed elettrico del blues californiano. Ottime le varie combinazioni di chitarre, centrate le parti soliste di James Thornbury, impeccabili le sue performance all’armonica, e curatissima la registrazione per un album di blues.
Ma che bruciante nostalgia per la guida cultural-musicale di Bob Hite e Alan Wilson. Quando verranno celebrati questi due grandi bianchi del blues?

AIM 1044 (Roots Rock, 1994)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 3, 1994

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