Dovrebbe indurre a meditare il fatto che in una società ormai dominata a tempo pieno dai computers si incidano ancora dischi per bambini e che questi prodotti, soprattutto in USA, diventino subito dei best-sellers al loro apparire.
Ancora una volta il mondo dell’infanzia, forse per naturale inclinazione, si dimostra il più saggio limitando nei giochi la dipendenza da video-games, che viceversa esercita una devastante seduzione sugli adulti ed i cui effetti psicofisici già si possono notare, e preferendo al divertimento per lo più solitario dell’elettronica domestica quello a carattere comunitario, la partecipazione attiva, l’interscambio a tutti i livelli, la vita sociale.
La Folkways da sempre e la Rounder da alcuni anni hanno in catalogo una nutrita linea di musiche, didattiche o meno, dedicate alla prima età scolare, ed il numero degli artisti che si misurano in questo campo, certo non dei più facili, sta crescendo sensibilmente.
Forte della sua lunga esperienza come performer nelle scuole di ogni ordine e grado e di un primo tentativo discografico del genere (I’m Gonna Tell, Likeable 02), Cathy Fink ci riprova con un LP teso ad offrire un saggio esauriente dei suoi metodi pedagogici a suon di musica, la più parte tradizionale e la più parte acustica.
Al di là della qualità musicale – di alto livello sia per merito della titolare (una delle massime esponenti di banjo clawhammer americane, non dimentichiamolo) che per la variopinta schiera degli accompagnatori (tutti riconfermati dall’ottimo precedente Doggone My Time) – l’album possiede due caratteristiche peculiari. I brani sono eseguiti in diversi stili, dall’old time al western-swing, dal folk in generale ad un grintoso e smagliante rockabilly, e si svolgono secondo un programma di insegnamento graduale e differenziato facente leva sulla curiosità, lo spirito d’osservazione, la facilità di apprendimento del bambino. Canto corale, ballo e movimento, fonetica, improvvisazioni basate sui numeri ed i giorni della settimana, yodeling, spiegazione ed identificazione degli strumenti musicali usati, sono i fini cui il disco mira con mezzi semplici ma profondamente stimolanti.
Come spesso capita imbattendosi in lavori di tal fatta, l’aspetto più propriamente musicale rischia di passare in secondo piano. Intendiamoci, il disco è sì per bambini ma le ‘lezioni’ possono giovare prima ancora ai cosiddetti adulti. Per fare un esempio basterebbe ascoltare la classica, innocente e bistrattata Oh! Susanna qui in una versione per soli voce e banjo straordinaria proprio per l’accompagnamento elementare che dà rilievo alla bellezza della melodia originale.
Beh, da questo punto di vista penso che i bambini americani siano più fortunati dei coetanei italiani imbambolati dai vari Bimbo-mix o, peggio ancora, costretti ad impararsi a memoria intere edizioni dello Zecchino d’Oro.
Rounder 8010 (Folk, 1984)
Pierangelo Valenti, fonte Hi, Folks! n. 13, 1985
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