Sulle enciclopedie non lo trovate e non credo che siano molti, fra voi che leggete, a conoscere Chip Taylor. La sua ultima produzione, delicatamente autobiografica, racconta di un’intensa storia d’amore durata una settimana fra lui e Florence, una ragazza madre francese conosciuta al Greenwich Village prima che lei tornasse in patria. Chip si racconta senza pudori e con orgoglio. Il disco è acustico, impreziosito da toni pastello e da atmosfere sommesse, adeguate ai sentimenti profondi, evidentemente fonte di un’ispirazione irresistibile per il nostro songwriter. Un lavoro da gustare e da condividere, cercando nelle pieghe corrusche dei brani, tutti intimisti e palesemente bruciati da una passione non urlata, ma non per questo superficiale, che si estrinseca in melodie raffinate e in arrangiamenti pensosi.
I testi ripercorrono, come dice il sottotitolo, la love story del nostro brizzolato e maturo protagonista. A sostenere Chip c’è la sofisticata e duttile chitarra di John Sholle (conoscete il suo disco Catfish For Supper? Grande!) e soprattutto una pletora di amici ed, ovviamente estimatori: Rick Danko e Garth Hudson (il 50% della Band), Rodney Crowell e Guy Clark, lo schivo cantautore con cui duetta nella intimistica, a dispetto del titolo, One Hell Of A Guy (notare il gioco di parole..). Ma soprattutto incantano i due duetti (si perdoni il bisticcio) con Lucinda Williams, grande voce che somiglia sempre più alla migliore Bonnie Raitt.
I testi parlano dei momenti salienti di questa travolgente love story e dei sentimenti che essa ha scatenato, visti attraverso il caleidoscopio dei ricordi e del tempo che passa inesorabile.
In sostanza, un concept album per chi ama le tessiture dilatate, i suoni ovattati, le armonie gentili e purissime. In fondo, chi non conserva in fondo al cuore i suoi ‘sette giorni a Maggio’?
Train Wreck TW 10007 (Singer Songwriter, Country Rock, 1999)
Maurizio Angelo, fonte Out Of Time n. 28, 1998