I Kaleidoscope furono gli inventori dell’Eastern sound, quel tipo di musica che, abbagliata dal lontano Oriente, si sviluppava sui movimenti sinuosi di strumenti ancestrali, sui lamenti del sitar e sugli echi di percussioni africane. In pochi sanno che il fondatore della Taxim, Hans Pole, diede questo nome alla sua etichetta discografica perché ‘fulminato’ nel 1967 dal brano Taxim dei Kaleidoscope. Ecco come nasce, quindi, questo Harem Girl. Per celebrare il ventennale della Taxim, Pole ha chiesto a Darrow e Buda, membri fondatori dei Kaleidoscope, di creare qualcosa che richiamasse, trenta anni dopo, quel pezzo epico di musica, Taxim.
Harem Girl è quindi una lunga suite strumentale in più parti; è forse quello che avrebbero fatto i Kaleidoscope se fossero ancora insieme: l’Eastern sound degli anni ’90. Il fatto più curioso di tutto ciò, è, che, per questa doppia celebrazione, Max e Chris hanno pensato bene di riunire in una grande orchestra tutti i figli dei loro ex compagni di avventura. Ecco, quindi, che abbiamo la prole di David Lindley, Solomon Felth House, Max Buda e Chris Darrow, più un nutrito numero di fidati amici musicisti.
Harem Girl è un concept album che si articola in dieci episodi per quarantacinque minuti di musica Middle Eastern. E’ un immaginario viaggio in un harem del lontano oriente ed il ‘tema’ è l’amore. I protagonisti sono il banjo, le percussioni, il sitar, il violino di Buda, ed ogni strumento a corda acustico esistente sul globo.
Le immagini quasi porno che accompagnano il CD, tutte realizzate da Darrow, denotano l’amore morboso che Chris, sviluppando l’arte della fotografia, ha nei confronti delle figure femminili. Harem Girl è in intrigo internazionale, un momento di musica imperdibile per chi negli anni ’60 ha celebrato le gesta dei mitici Kaleidoscope.
Taxim 2039 (Country Rock, 1998)
Fabio Nosotti, fonte Out Of Time n. 31, 1999