Preceduto da due ottimi album, l’omonimo Chris Knight, datato ’98 e A Pretty Good Boy, realizzato per la stessa Dualtone nel ’01, riesce in ogni caso a sorprendere con questo The Jealous Kind.
Kentuckiano, proveniente da un’area mineraria non ricca e da una famiglia numerosa, Chris si laurea in agricoltura nel ’84 e lavora per molti anni come ispettore minerario del governo prima di abbracciare la carriera di musicista.
Vive ancora, con moglie e figli, in un van ai bordi dei suoi boschi, per sua stessa ammissione s’ispira a personaggi come Cormac McCarthy e Steve Earle.
E’ un songwriter affascinante, un po’ all’antica, temprato dalla durezza della natura, legato a valori immortali come onore e dignità. Cose che si riflettono nel suo scripting che, come suggerisce il produttore Dan Baird (Georgia Satellites), è una sorta di hard-folk dove l’anima acustica sopravvive ai suoni elettrici e al potente beat delle sue ballads.
Una particolarità evidenziata dal bel lavoro del co-produttore Joe Hardy (Steve Earle, ZZ Top, Replacements) che riesce ad esaltare il contrasto tra elettrico ed acustico in ogni sua canzone, la dolcezza della nostalgica voce con il duro realismo e la crudezza di molte sue songs.
Il risultato è un album di ballate elettro-acustiche intense, pulsanti e coinvolgenti cantate con struggente partecipazione emotiva.
Sopravvivono qui e là venature di country, di roots-music, ma nel suo ‘americana sound’ vi è una sorta di duro realismo folk tipicamente urbano legato alla canzone d’autore.
Hanno scomodato Neil Young, Steve Earle, John Prine, lo Springsteen post-Nebraska come termini di paragone. Un fondo di verità c’è, scopritelo.
Dualtone 0113-2 (Singer Songwriter, 2003)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 43, 2004
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