Signore si nasce, non ci si improvvisa, ed è ancora più difficile essere una Signora del Texas, cosa che va ormai riconosciuta a Christine Albert. Il suo passaggio ad una label più organizzata ha il valore del superamento del famoso ‘tratto’ che equivale al miglioramento qualitativo del prodotto che ci propone, Underneath The Lone Star Sky, e così, oltre al risultato ottimale abbiamo l’inconfutabile dimostrazione delle sue doti.
Una voce calda e sensuale che sa dosarsi e amalgamarsi con gli interventi degli strumenti è la grande virtù di questo Underneath The Lone Star Sky segno di maturità artistica come pure il non voler strafare e il non cadere in eccessi divistici che denotano non solo intelligenza ma anche classe.
Country (Great Day In The Morning), country-rock (Ready For A Change), ballate dense di blues (Cool River), blues (Are We There Yet Mama?) e raffinate sonorità elaborate da nomi illustri della scena austiniana (Mitch Watkins, Paul Glasse, Betty Elders, Riley Osbourn, Ernie Gammage,…) che conquistano l’ascoltatore. La presenza stessa di Jimmy LaFave a duettare in Get You Alone, a confermare la maturità artistica di Christine come songwriter, assurge a radioso e delicato momento introspettivo. Ed inoltre questa donna con quel suo fascino malizioso omaggia l’amico in Everytime dando la sua versione ricca di eleganza.
Sia in Back Denim Trousers (Lieber & Stoller), impreziosita di riff, sia in New Messico, brano autobiografico che riassume l’amore di Christine per uno stato che è per lei ‘dimora spirituale’ – e questi sono solo degli esempi -, l’artista si destreggia manifestando la sua personalità. Così diventa sempre più difficile rispondere al fatidico: “Specchio, specchio delle mie brame… chi è la stella più splendente del reame?”.
DOS 7014 (Singer Songwriter, 1995)
Gianfranco Giudici, fonte Out Of Time n. 12, 1995