Ho sempre apprezzato questa band, molto, nonostante la quantomeno discutibile (?) impostazione e timbro vocale di colui che la capeggia da 38 (trentotto!!) anni, Charlie Waller. A bilanciare quella che alcuni giudicano la parte peggiore di quanto questo gruppo riesce ad offrire, c’è (da sempre) una scelta del repertorio che ha fatto scuola a generazioni di musicisti bluegrass, un senso del ritmo (dato guardacaso proprio dalla chitarra dello stesso Waller) ed una grinta davvero fuori dal comune.
Durante il mio penultimo viaggio negli USA ho assistito ad un grosso festival con una line-up incredibile, Osbome Bros., Mac Wiseman, Jimmy Martin, Seldom Scene, Dry Branch Fire Squad, Weary Hearts, Larry Sparks, First Generation, Pete Wernick, Stecher & Brislin, Lonesome River Band, Lynn Morris Band, Country Gentlemen e Ralph Stanley.
Forse vi stupirà, ma le due formazioni che hanno più entusiasmato il sottoscritto & consorte, per tenuta di palco, spettacolarità, coinvolgimento, ecc., sono state proprio quelle di Ralph Stanley e Charlie Waller.
I Country Gentlemen hanno avuto anche il merito, è bene ricordarlo, di avvicinare molti ascoltatori al genere in quanto hanno cominciato la loro storia in un periodo in cui era forte l’interesse da parte di un pubblico giovane e nuovo per la musica bluegrass, quello delle città del Nord. E questo grazie ad un repertorio che attingeva nel campo del rock, pop e folk. Invito a questo punto tutti voi che amate i Newgrass Revival (so che siete molti li fuori) per il loro modo di suonare ma soprattutto per il materiale proposto, a considerare di fare uno sforzo per conoscere da dove questa band arrivava, e a cosa dava continuità: troverete gli Osborne Brothers e, in particolare, i Country Gentlemen di Charlie Waller.
Il disco appena uscito per la Rebel, casa che li ospita da vari anni, è una produzione fortemente legata al marchio di fabbrica dei Gents, e propone, come tradizione vuole, una lunga serie di pezzi presi in prestito da autori che col bluegrass hanno poco da spartire, ma che hanno le caratteristiche perché possano diventare, con intelligenti arrangiamenti, dei brani bluegrass al 100%.
Molte di queste canzoni sono di matrice country, e possono essere dei buoni esempi su come vada costruito il repertorio di una band moderna. Propongo questo tipo di ‘studio’ ai gruppi di casa nostra data la diffusa difficoltà di scrivere materiale originale: nessuna delle 12 canzoni di questa raccolta, a parte uno strumentale, è uscita dalla penna di uno dei componenti, eppure il disco brilla per originalità, e per una formazione con 38 anni di attività sulle spalle, scusate ma non è poco.
I musicisti suonano come si deve, i cori sono ottimi e, sorpresa, la voce di Charlie, invecchiata come il miglior vino, è pacata (ma comunque grintosa), piena, calda e coinvolgente come mai lo è stata.
Rebel REB-1715 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1995)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 29, 1995
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