Quello che risalta dalle prime note di questo sesto disco di Daisy Chapman, cantante ed autrice di Bristol, Inghilterra, è senza dubbio la voce, estremamente efficace e capace di toccare con la sua potenza e la sua grazia cuore ed anima di chi l’ascolta.
Good Luck Songs è un viaggio affascinante e non privo di sorprese attraverso territori magici in cui folk, pop, classica, musica da film e quant’altro si incontra e viene maneggiato con una cura, un’attenzione e una bravura certamente rilevante. Subito a me è venuta in mente come tonalità ed estensione la voce della grande Mary Black, irlandese che ha saputo coniugare tradizione folk e inclinazioni pop con risultati eccellenti, e in parte queste canzoni possono ricalcare quel canovaccio così intrigante. Non è tutto comunque e gli echi di un Leonard Cohen, di un Tom Waits (di cui viene ripresa una commovente Tom Traubert’s Blues) e perché no di un Michael Nyman aggiungono tonalità maggiormente variegate e stimolanti.
Una strumentazione quasi cameristica, l’uso continuo del piano, una voce incisiva e con una dinamica notevolissima conferiscono una drammaticità particolare a queste canzoni, spesso toccanti per tematiche e approccio. Già l’introduzione di Good Luck Song ed il suo messaggio universale di pace e gioia cantato in varie lingue ci consegna un’artista capace di toccare le corde più intime e questo viene confermato in pieno dalle seguenti Home Fires, Settle Down, Generation Next con i suoi echi che la avvicinano al messaggio di pace & amore da Laurel Canyon, I Used To Own An Empire, Idilia Dubb sognante e vicina ad un folk cameristico soffuso ed elegante e una The Decalogue con chiari toni gospel.
Good Luck Songs è un disco che conquista piano piano, si insinua e con gli ascolti assume i contorni di un lavoro che ha molti motivi per essere consigliato.
Songs & Whispers SW89 (Singer Songwriters, 2017)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2018
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