A meno di un anno da Cheatin’ Heart Attack, il suo debutto, Dale Watson ci offre la sua seconda prova, quella che per molti viene considerata la più difficile nel caso che il primo prodotto sia così buono da creare notevoli aspettative riguardo all’artista. Nessuna delusione!
Stesso altissimo standard, sia dal punto di vista delle composizioni (tutte sue questa volta: il debutto conteneva un brano di Wanda Jackson, l’unica cover di quel CD), della qualità di esecuzione, del suono, che della generosità in quanto a numero di canzoni offerte, ancora 14, almeno tre o quattro in più rispetto alla media proposta dai suoi colleghi country di Nashville.
Dale Watson è una delle tante promesse Made in Texas, ha passato una quindicina di anni a suonare classica country music professionalmente prima di entrare in studio, e quando lo ha fatto si è portato con sé l’influenza trasmessa dai luoghi in cui si è principalmente esibito.
Musica honky-tonk d’autore, aggressiva e grintosa, suonata con quel gusto e tecnica da non consentire nemmeno al più fesso ignorante di giudicarla il ‘liscio degli americani’ per un solo momento. Vi invito ad avvicinarvi a questo artista partendo dal suo primo disco, a mio parere un poco superiore a questo ottimo Blessed…: è un cantante dalla voce calda, piena, possente ed espressiva che ha fatto tesoro dei grandi honky-tonkers del passato, e che propone un genere che non ha bisogno di farsi contaminare dal rock (e tanto meno dal pop) per destare l’interesse dello stesso pubblico dei vari Yoakam, Tritt o Stuart.
La qualità della produzione non è inferiore ai dischi lavorati a Nashville e questo potrebbe far pensare (o temere) che il nostro possa essere inghiottito da quell’industria, con il palese rischio di dover avere troppo a che fare con ‘addetti alle vendite’ pronti ad appiattire un artista per poterlo infilare nelle scalette radiofoniche.
Scopritelo ora con questi dischi, e con me incrociate le dita.
Hightone HCD-8070 (Honky Tonk, Traditional Country, 1996)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 32, 1996
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