Dale Watson - Cheatin' Heart Attack cover album

Non so quanti di voi colgano la direzione, il disegno musicale dietro il lavoro di una casa discografica. Stupefacente, a mio avviso, la qualità della produzione di questa label californiana guidata da Bruce Bromberg e Larry Sloven che, ceduta la stella di prima grandezza, Robert Cray, ha costruito un catalogo eterogeneo di gran classe reso omogeneo dal valore medio delle proposte decisamente superiore agli standards dei concorrenti. Sono loro i responsabili di uscite quali Dave e Phil Alvin, Rosie Flores, Heather Myles, Chris Smither, il tributo a Merle Haggard e, per quanto riguarda il blues, della ristampa del catalogo Testament arricchito da materiale inedito.
Questo lungo preambolo per introdurre l’esordio di Dale Watson, cantautore country. Da anni sulle scene, “nonostante mi guadagni da vivere con la musica da quindici anni è il mio primo album”, Dale Watson paga un tributo alle leggende della country-music la cui musica fa costantemente capolino in Cheatin’ Heart Attack. E’ un commovente tributo anche al padre: “non mi ha mai detto trovati un vero lavoro! ..mi cantava le canzoni di
tutti i grandi del country, me li ha fatti conoscere ed amare, apprezzarne le diverse influenze, non dimenticare mai le mie radici….”.

Con queste premesse, logico attenderci da questo texano un lavoro ‘nella tradizione’, ed in effetti Dale Watson è un grande revivalista, molto appassionato ma anche in grado di essere latore di queste emozioni. Un songwriter capace di scrivere country-music vera, con lo spirito di un tempo, di interpretarla con cuore e passione ben lontano dagli stereotipi Nashvilliani delle produzioni delle majors. Dotato di una voce espressiva e potente, dalla timbrica classica di un country-singers, Dale dimostra di non aver paura, di avere anzi la statura, per confrontarsi con i giganti, ascoltatelo in Nashville Rash. Si rivela così un interprete maturo, padrone della tradizione e capace di farla rivivere nelle atmosfere delle sue country-songs, avrete da divertirvi per seguire la serie di citazioni colte di questo emergente che si muove con naturalezza e personalità nel mondo di Rogers, Williams, Cash, Price sino al western-swing. Egli provoca, facendo riprovare antichi sapori e profumi (suoni), ai più navigati ‘intermittenze del cuore’ e, ai neofiti, grazie ad un attacco al cuore non simulato, desiderio di conoscere le fonti d’ispirazione di questo nuovo revivalista. Ascoltatelo passare in pochi secondi da atmosfere alla Cash, Holes In The Wall, sino al più scatenato boogie-swing, Texas Boogie, con Floyd Domino al piano e Jerry Donahue alla chitarra.

La sua band ha un nome che è tutto un programma, Lone Star, ed è composta da Dave Biller che lo affianca alle chitarre, Craig Pettigrew e Merel Bregante, sezione ritmica, ma il quartetto è supportato, a seconda delle esigenze espressive, dai migliori session-men di Austin. Ed un autore ed interprete di classe si esprime solo con side-men di pari valore: se serve una slide guitar per scivolare South Of Round Rock Of Texas, bella e swingante sembra uscita dal repertorio di Bob Wills & Texas Playboys, usa Scott Walls, se servono atmosfere più country d’atmosfera ecco Jimmy Day, Tonite, All Day Long, toccante ballads, o Marty Rifkin, superbo a conferire sonorità honky-tonk a Wine, Wine, Wine con l’apporto di Floyd Domino al piano.
Abbiamo già citato anche Jerry Donhaue, che lascia il segno nel classico country che dà il titolo a Cheatin’ Heart Attack, ed è doveroso citare il violinista di George Strait, Gene Elders, e Ted Roddy all’armonica in Don’t Be Angry. Love-song che chiude, unico brano non originale, questa imperdibile country-opera. Ed è proprio un esordiente ad offrirci questo grande affresco di musica americana che occupa il solo spazio di un CD. E’, che Proust mi perdoni, una paziente ma instancabile ricerca, quella ‘recherce’ del country perduto che molti vagheggiano!

Hightone HCD 8061 (Honky Tonk, Traditional Country, 1995)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 10, 1995

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