“Immaginate di ascoltare un Johnny Cash molto giovane cantare canzoni di Townes Van Zandt”. Così viene presentato questo esordiente texano di Bangs, Texas, 1869 abitanti, dove tutto è country-music. Già da quando un suo demo ha iniziato a circolare per Austin, ha trovato numerosi ammiratori, compresi molti musicisti popolari, e diversi personaggi hanno iniziato a cantare le sue canzoni e ad inciderle, Kelly Willis e Sarah Hickman su tutti. Pur con questa sola produzione alle spalle, neppure a dirlo targata Lloyd Maines, Damon Bramblett è in prima fila tra i cantautori emergenti della scena di Austin e molti vedono in lui ‘the next big thing’. Ad un primo ascolto di questo album risulta evidente alle sue spalle la grande ombra di ‘thè man in black’, tanto nel modo di comporre che in quello di interpretare le canzoni. Cash è da sempre una presenza costante nella sua formazione musicale, il suo spirito guida. Accompagnato da una batteria, Conrad Chocroun, e da un basso acustico, Kevin Smith, si esprime alla chitarra acustica ed all’armonica in ballads che ricordano molto Johnny Cash, ma hanno venature country molto particolari, mai banali e spesso dai testi molto profondi ed ispirati per questo genere di musica. Non a caso cita Townes Van Zandt tra le sue fonti d’ispirazione; oltre a definirsi country come lo può essere una certa produzione di Dylan e rock come lo può essere Cash. Io vi rimanderei a Nashville Skyline, tanto per intenderci. Il suono delle sue ballate, brevi, ben congegnate, dirette, si stempera nel pedal steel o nel lap steel guitar sound di Lloyd Maines, nelle tastiere di Riley Osbourne o nell’accordion di Glover Gill o Bukka Allen, come nella splendida Waiting For The Mail, con naturalezza pari all’efficacia. Si, può essere lui il talento alternative country di Austin.
Munich MR 201 (Singer Songwriter, 2000)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 35, 2000