Torna Dan Crary, e torna al tradizionale. La sua precedente prova stilisticamente si indirizzava verso sonorità più ricercate, new acoustic e anche new age. Ma il Professore è famoso in tutto il mondo per gli originali arrangiamenti di fiddle tunes e per le complesse scorrerie lungo il manico della sua Taylor, e lui ne è perfettamente cosciente. Chiamiamolo pure tradizionale, ma ascoltando le sue varianti in pezzi come St. Anne’s Reel, Cattle In The Cane o Foggy Mountain Special si percepisce chiaramente che il chitarrista è veramente padrone della tecnica flat-picking, tanto da poter inserire licks non propriamente riconducibili a quanto finora i chitarristi bluegrass sono riusciti a proporre con questo strumento. Le dinamiche, il timbro e il gusto, insieme ad una mano sinistra d’oro, sono gli elementi principali dell’arte di Dan Crary. E non bisogna necessariamente essere appassionati di bluegrass per farsi conquistare dalla sua musica. Rispettando sempre la melodia, Crary riesce a sbalordire l’ascoltatore inserendo complicatissime soluzioni armoniche, e intricati passaggi all’interno di semplici fiddle tunes, dando comunque l’impressione di trovarsi di fronte ad un musicista che improvvisa.
Con una montagna di dischi prodotti a suo nome e con i Bluegrass Alliance, i Sundance e i California, Dan Crary giunge a Jammed If I Do coinvolgendo altri quattro masters della chitarra acustica: Doc Watson, Tony Rice, Norman Blake e, udite udite, il genovese Beppe Gambetta. Con questi il chitarrista di Kansas City divide il microfono in quattro diverse occasioni, ciascuna preceduta da un simpatico scambio verbale (spassoso quello con Gambetta, il quale risponde con un perfetto… italiano!). E’ una delle migliori prove di Dan Crary, varia nei contenuti e senza alcuna caduta di tono, uno dei dischi di flat-picking guitar più interessanti degli ultimi tempi: calorosamente consigliato.
Sugar Hill SH CD 3824 (Bluegrass Progressivo, 1994)
Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 5, 1994