Primo solo album per Dan Crary, ex chitarra solista acustica dei Sundance di Byron Berline. Un disco consigliatomi in anticipo dallo stesso Byron, un affascinante ed incantevole documento di amore per la musica. Non è facile trovare le parole adeguate a descrivere i suoi numerosi pregi, il minimo che si possa fare è sottolinearne la tenue dolcezza, il coerente equilibrio, il genuino entusiasmo.
Dan Crary, professore di musica in un college della California del Sud, è un eccellente chitarrista dotato di una tecnica incredibile, che ha raccolto con intelligenza in questo suo LP, interamente strumentale e della durata di oltre 50 minuti (!), alcuni brani tradizionali arrangiati personalmente insieme a sue composizioni, aggiungendovi poi un pezzo di Byron Berline ed un altro di R. Cline. Si è attorniato di accompagnatori tra i più prestigiosi nel campo del bluegrass, legati al giro dei Sundance vecchi e nuovi, a cominciare proprio dal gigantesco e sorridente violinista Byron Berline e dagli originali John Hickman, il miglior banjoista che abbia mai ascoltato (chiedo scusa ad Alan Munde che però mi comprenderà), e Allend Wald, chitarrista, attraverso gli attuali Vince Gill, diciannovenne suonatore di mandolino e dobro e Joe Villegas, bassista, per finire con gente come Sam Bush e Skip Conover, che è superfluo presentare, e Curtis Burch, chitarrista ritmico e Courtney Johnson, banjoista. Tutti questi musicisti di gran talento non suonano ovviamente insieme, dividendosi in pratica in due gruppi omogenei altrettanto validi. Dan ha poi dedicato questo lavoro alle sue bimbe, due graziose gemelline bionde dagli occhi scuri, Jenny e Julie.
L’album si apre con Huckleberry Hornpipe, già eseguito dai Country Gazette nel loro ottimo Don’t Give Up Your Day Job, qui in un’ottima versione un po’ più lenta forse dell’originale, cui segue Lime Rock, eccellente traditional condotto da un dolcissimo ritornello. Dan dedica il terzo brano If The Devil Dreamed About Playing Flamenco With A Flatpick, di sapore mediterraneo e con una sua stupenda performance alla chitarra, agli amici giapponesi del Devil’s Dream di Hiroshima e intitola alla piccola Jenny un tenero valzer (Jenny’s Waltz appunto); una lunghissima ed interessantissima versione di nove minuti di Sally Good’n, cavallo di battaglia dal vivo dei Country Gazette, in questa circostanza vivacissimo e vario show strumentale, chiude la prima facciata.
La seconda inizia con l’esecuzione di una veloce danza d’ispirazione scozzese intitolata all’altra figlia Julie (Julie’s Reel) e di un traditional di buona fattura Dill Pickle Rag (Byron in evidenza). Un pezzo che si snoda in un’atmosfera che richiama davvero i miti pellirossa è Pretty Little Indian, mentre l’Aquila Grigia (Grey Eagle) è veramente stupendo. Completa la raccolta il brano che le dà anche il titolo, Lady’s Fancy che tra liberi giochi strumentali, ampi spazi lasciati all’improvvisazione e interessanti tentativi innovatori, è forse la cosa migliore dell’album.
Il long playing di Dan Crary sembra un’esercitazione accademica, tale è la qualità della musica contenuta, però genuina e spontanea. Egli è così soddisfatto dell’aiuto ricevuto dai suoi illustri ospiti nell’incisione del disco, che nelle note di presentazione afferma che non pagherà i loro servigi, non essendo alcuna somma di denaro in grado di compensarli sufficientemente. Un modo se si vuole economico di ringraziare, ma nobile…
Il disco è distribuito dalla Rounder Records e prodotto da Berline, lo stesso Crary e Hickman, che hanno costituito insieme una società di produzione. Sotto la stessa etichetta appariranno presto anche i solo degli altri due che, visto questo Lady’s Fancy, già si attendono con ansia.
Rounder 0099 (Bluegrass Moderno, 1977)
Raffaele Galli, fonte Mucchio Selvaggio n. 4, anno 1978
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