Darryl Lee Rush - Llano Avenue cover album

Ammetto la mia ignoranza riguardo al mondo della musica roots rock e anche questo Darryl Lee Rush, come tanti suoi colleghi della sfera Roots, è per me uno sconosciuto, come lo sono anche i suoi produttori Gurf Morlix e Joshua Jones.

A volte mi capita tra le mani un ottimo album di questo genere musicale – dopotutto sono cresciuto a pane e rock quindi non disdegno ogni tanto di mettere da parte i numerosi dischi di country e bluegrass e di scoprire qualche nuovo talento rock, blues o pop.
A mio parere questo disco di Darryl Lee Rush non diventerà mai un must nemmeno per i più incalliti amanti del genere. Un disco troppo lento e con pochi pezzi sopra la mediocrità della maggior parte delle tracce del cd.
Salverei forse solo un paio di brani, la messicaneggiante Town Too Tough To Die e Lorraine se non altro perché l’inizio strumentale mi ricorda moltissimo lo stile della leggendaria Nitty Gritty Dirt Band. Entrambi i brani sono stati scritti da Darryl Lee e allora voglio sperare che un giorno alle sue promettenti doti di autore possa affiancare una bella voce e un buon accompagnamento musicale che per ora sono latitanti.

Devo anche segnalare la non brillantissima idea in chiusura di CD di arrangiare un vecchio successo degli Eagles, Life In The Fast Lane. A voler interpretare i brani degli Eagles, così perfetti nella loro versione originale, c’è il rischio di farsi del male, se poi chi li interpreta non ha doti eccelse e pretende di reinventare il pezzo, ecco il disastro.
Darryl Lee ha scritto sette canzoni del CD e si è affidato per i restanti cinque ad autori più o meno famosi tra i quali mi sono familiari i soli Chris Knight e Guy Clark, oltre agli Eagles naturalmente. Purtroppo, tra le centinaia di successi di Guy Clark, Darryl Lee è riuscito a trovare per questo suo cd uno dei pezzi meno interessanti dell’intero catalogo del leggendario cantautore.
Forse per il suo prossimo disco Darryl Lee avrebbe bisogno di un bravo produttore…

Palo Duro PDR-0302 (Alternative Country, Roots Rock, 2005)

Roberto Campovecchi, fonte TLJ, 2007

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