Con tre dischi alle spalle e vent’anni passati a suonare in fumosi bar degli Sates, David Olney ci offre Roses, un CD tanto particolare quanto bello.
Prodotto da Tommy Goldsmith e Jim Rooney, i quali hanno scelto degli ingegneri del suono di gran talento, a partire da quel mago di Rich Adler, il disco richiama l’attenzione degli amanti di country e bluegrass grazie ad alcuni musicisti a loro cari: Roy Huskey Jr., Kenny Malone e lo stesso Jim Rooney.
Particolare dicevo, per la varietà e soprattutto per le buone idee del versatile Olney, che riesce a essere un poetico honky-tonker del Texas, un bluesman del Mississippi, un cantautore metropolitano, un musicista senza confini geografici e stilistici. E David Olney si fa apprezzare proprio per la sua capacità di rendere i diversi generi della tradizione una cosa sola.
Townes Van Zandt, Butch Hancock, Lyle Lovett, Leon Redbone, Guy Clarck, John Prine e Tom Waits abitano tutti dalle parti di David Olney; lì ci sono arrivati dopo lunghi viaggi. Chiunque di noi può andarci, basta una valigia piena di vita e la sensibilità per riuscire a guardare attraverso le cose. Dedicato a chi ama la notte.
Lee’s Highway-Bamaloo/Luckiest Man/ Lean And Hungry Years/Last Fair Deal/Millionaire/Rex’s Blues/Rose Tattoo/Love’s Been Linked To The Blues/That’s Why She’s With Me/Don’t Keep It A Secret/Roses
Philo CD PH 1137 (Singer Songwriter, 1991)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 15, 1992
Ascolta l’album ora