David Parmley, Scott Vestal & Continental Divide cover album

Come certo sapete, sono stati votati ‘Emerging Artists of the Year’ per il 1995 dalla IBMA, e sono certo che questo loro primo CD se la giocherà bene per ‘Album of the Year’ tra pochi mesi.
Può sembrare quasi banale analizzare le ragioni di questo successo, ma ne vale comunque la pena, per quelli fra di voi che ancora non conoscessero (poveri!) i nomi dei band leaders: David Parmley è stato per una ventina d’anni la voce e il ritmo dei Bluegrass Cardinals, Scott Vestal è uno dei migliori banjoisti e baritone singers in attività, con un passato in band come Southern Connection e Doyle Lawson & Quicksilver. Non bastando questo a fare una grande band, i due si sono procurati Jimmy Bowen (ex-Country Gentlemen) a mandolino e tenor, e Mike Anglin al basso, e hanno inoltre sfruttato in studio l’enorme talento di Aubrey Haynie a fiddle e mandolino (allora dalla band di Clint Black, ora pare nei Continental Divide a tempo pieno).

Non basta? O.K., il repertorio scelto da questo supergruppo è perfetto per gli anni ’90, spaziando dal tradizionale di Bound To Ride al Jim & Jesse di Is It True?, al Flatt & Scruggs di Polka On The Banjo, a qualcosa di decisamente più moderno e forse palatabile in pezzi di Joe Diffie (I Got A Feeling), Clinton Gregory (Look Who’s Needin’ Who), Jim Olander (la gettonatissima e trascinante Wing And A Prayer). E per di più c’è il gospel (What Will You Do With This Man di Mona Ramsey), lo strumentale tirato tipicamente Vestal (Benny Hill), la ballata lentissima con il banjo (con sordina) suonato come un piano Fender (I Wouldn’t Know Where To Start).
Il tutto suonato con uno stile molto unitario, e già riconoscibile, in cui tutti sostengono il ritmo e spingono gli assoli altrui, e cantato semplicemente da dio (anche se il tenor di Bowen, molto alla Larry Stephenson, non mi dice), e infine registrato allo stato dell’arte da Rich Adler sotto la produzione dei due leader. Non ci trovo un difetto reale… anzi, sì: fa un po’ schifo la copertina, ma con CD come questi è facile che la si veda una volta sola, quando se ne estrae un dischetto che poi resta nel lettore per qualche mese di fila! Penso che tra qualche anno lo si potrà definire ‘storico’: scommettiamo?

Pinecastle PRC 1042 (Bluegrass Moderno, 1995)

Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 32, 1996

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