David Rea - The Brass Ring cover album

Originario del Canada, David Rea ha cominciato circa una trentina di anni fa e questo The Brass Ring ne segna il ritorno dopo dieci anni in cui si erano perse le sue tracce. La sua produzione è sempre stata piuttosto parca, questo è il suo quinto album dopo Skewfoot, By The Grace Of God, Feelin’ Good e Maverick, ed il suo vagabondare musicale lo ha portato nel corso degli anni a collaborare con personaggi quali Gordon Lightfoot, lan & Sylvia, i Mountain di Felix Pappalardi, Greateful Dead, New Riders of Purple Sage, Judy Collins, Jesse Winchester ed i Fairport Convention.
Rea si conferma un discreto chitarrista che si muove facilmente tra la ballata ed il flatpicking, ha una voce che in più di una occasione richiama vagamente alla mente quella di Guy Clark e ci offre dodici nuove composizioni e la riproposta di tre vecchie tra cui il suo pezzo più famoso, Mississippi Queen, portata al successo dai Mountain nei primi anni settanta.

In realtà in tutto The Brass Ring si respira una atmosfera un po’ datata, non brillando particolarmente per originalità compositiva ed interpretativa. Probabilmente l’album risulta appesantito da qualche canzone di troppo, che va a penalizzarne il giudizio complessivo e mi riferisco in particolare proprio alla riproposta delle vecchie canzoni.
Tra le nuove non mancano peraltro cose più interessanti: gli amanti delle ballate non rimarranno delusi dalla title-track, Just A Sign, Hazel & Charlie e dal tex-mex flavor di Juanita. Su tutte Lone Wolf, piccola perla folk dalla narrazione drammatica e partecipe. Spiace dover scrivere non in modo pienamente positivo di un artista sicuramente onesto e sincero che non ha mai raccolto quel minimo di riconoscimento che merita ma, con i tempi che corrono, prima di spendere occorre un minimo di oculatezza.

Beacon BCN 10123 (Singer Songwriter, 1993)

Alessandro Maggiori, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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