Deana Carter - Father Christmas cover album

La bionda Deana Carter torna sul mercato discografico dopo tre anni di silenzio dall’ultimo Everything’s Gonna Be Alright. Il disco non era stato in grado di ripetere i successi millionari del precedente Did I Shave My Legs For This? del ‘96 e così come spesso capita il music business aveva finito per dimenticarsi di lei.
Questo nuovo progetto porta ben impresse nel titolo le sue caratteristiche peculiari, si tratta di una raccolta di 10 canzoni dedicate alle festività natalizie, una esperienza che ogni artista americano e country in particolare prima o poi decide di affrontare nella sua carriera.
La scelta dei pezzi non si discosta dalla tradizione più consolidata, le canzoni sono più o meno le solite di sempre tra le quali spiccano le immortali White Christmas, Silent Night, Let It Snow e Winter Wonderland.

Veniamo alla vera peculiarità del disco, vale a dire la presenza accanto a Deana del padre Fred Carter alle chitarre, unico accompagnamento musicale per tutti i brani dell’album. Chitarrista di buon successo negli anni sessanta e settanta, Fred Carter ha collaborato con artisti del calibro di Conway Twitty, Simon & Garfunkel e Chet Atkins, qui si mette a servizio della figlia con una serie di arpeggi che riescono a fondersi al meglio con le colorazioni della voce acuta di Deana.
Tra i pezzi migliori del disco oltre ai già citati classici, segnalo Johnny’s Snowman (firmata da Fred Carter e Conway Twitty) e la finale Have Yourself A Merry Little Christmas in una versione swing lento di grande effetto. C’è anche una traccia nascosta che riporta una vecchia incisione per un demo fatta da Carter padre.
In conclusione Father Christmas ci regala una Deana Carter in gran forma e coraggiosa per la scelta stilistica e per aver rinunciato, anche se solo momentaneamente, alle luci della ribalta dell’industria musicale Made in Nashville per proporsi con un lavoro che nasce dal cuore e per questo meritevole di attenzione.

Rounder 11661-0496-2 (Country Acustico, 2001)

Roberto Galbiati, fonte Country Store n. 64, 2002

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