Dillards – Vs. The Incredible L.A. Time Machine cover album

Finalmente i Dillards ad una nuova prova discografica! Il loro è un caso davvero unico, pur non essendo riusciti a farsi pubblicare un disco in quattro anni sono rimasti insieme ad aspettare. Un solo cambiamento nell’organico li ha interessati, la sostituzione di Mitch Jayne con Jeff Gilkinson, bassista conosciuto in occasione della tournée inglese dello scorso anno.

L’incoraggiamento della Flying Fish ha permesso loro di rompere il lungo silenzio. E ciò è avvenuto in modo lusinghiero. I Dillards hanno scelto definitivamente il country rock, con venature folk e bluegrass e qualche debolezza pop, ma pare abbiano imparato a selezionare con maggior cura il loro materiale. Si sono affidati in prevalenza a brani di cantautori della loro area musicale, presentando anche alcune composizioni del nuovo arrivato. Il quadro complessivo è buono, le canzoni molto orecchiabili e piacevoli, il sound corposo e vivace. Spicca ancora una volta la voce di Rodney, che non mi spiego come non sia ancora riuscita ad imporsi ad un pubblico più vasto tanto è morbida e suadente.

Si rivede in veste di autore Larry Murray, ex leader degli Hearts & Flowers con Gunman’s Code, il pezzo d’apertura e si riascolta la dolce Jayne di Paul Parrish (buono l’assolo di chitarra elettrica) che Larry cantava nel suo delizioso ma lontano solo Sweet Country Suite. C’è una canzone di Severin Browne, fratello di Jackson, un’altra dedicata ad uno sconosciuto costruttore di sogni (The Poet di Chuck Howard), un divertente brano di Doug Haywood, Ding Dong Howdy, uno splendido coro nel pezzo della coppia Kranel-Baxter In One Hear. Discrete le due songs di Jeff Gilkinson, molto bella Old Cane Press di Bob Jonhson, un bluegrass-country con banjo e mandolino e la presenza dell’ottima voce di John Hartford, d’effetto il motivo di chiusura Let The Music Flow, avvolto In una densa atmosfera orchestrale.

Un disco fatto con mestiere e capacità, facile da ascoltare e da apprezzare, generosamente semplice, anche se un po’ breve.

Flying Fish FF-040 (Country Rock, 1977)

Raffaele Galli, fonte Mucchio Selvaggio n. 3, 1977

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