Delle tre texane che hanno fatto la storia degli ultimi anni della country music ultimamente si è parlato perfino sulle pagine di importanti quotidiani italiani con tanto di foto. Purtroppo ciò di cui si parlava in quelle righe niente aveva a che fare con la musica e le qualità artistiche di Natalie Maines, Emily Robison e Martie Maguire. Peccato, un’altra occasione persa per parlare di uno dei migliori gruppi musicali dell’ultimo decennio, noi che le conosciamo bene preferiamo trascurare tutto ciò che fa da contorno a questo terzo, meraviglioso lavoro targato Dixie Chicks.
Il titolo Home, così come tutto il lavoro di confezione di libretto e copertine ci immettono subito nello spirito e nell’atmosfera del disco. Un vero e proprio tuffo nel passato, suoni tradizionali acustici in molti casi decisamente bluegrass che confermano e di più rilanciano le doti fuori dall’ordinario delle tre ragazze sia singolarmente sia e soprattutto come trio.
Il CD di Home è elegante, curato in ogni minimo dettaglio, prodotto, alla perfezione, dalle artiste con l’aiuto di Lloyd Maines sempre presente nelle passate produzioni delle pollastrelle. Come nei lavori precedenti le Chicks suonano in prima persona diversi strumenti, chitarra acustica, banjo, fiddle principalmente ma anche dobro, accordion, mandolino, viola; come nei lavori precedenti firmano ogni pezzo con quel marchio di fabbrica davvero unico costituito dalle sensazionali armonizzazioni vocali costruite attorno alla voce sempre più bella, sicura e versatile della Maines.
Molti i musicisti d’eccezione chiamati ad arricchire il sound del trio, difficile elencarli tutti, vediamo i più significativi a partire dallo stesso Lloyd Maines impegnato ad una variegata serie di strumenti che vanno dalla slide al weissenborn, Adam Steffey al mandolino, Bryan Sutton alla chitarra acustica, Chris Thile mandolino, Emmylou Harris alle harmony vocals in un paio di pezzi.
E veniamo alle canzoni che oltre a confermare le buone doti compositive delle tre, vedono presenti alcuni dei migliori autori in circolazione. Il brano che apre il disco, e primo singolo, è la scatenata Long Time Gone dalla penna di Darrel Scott un pezzo che mette subito le cose in chiaro su quelle che saranno le sonorità che ci terranno compagnia durante tutte le dodici tracce. Landslide viene presa dal repertorio di Stevie Nicks dei Fletwood Mac e portata a nuova vita mentre Bruce Robison, fortunato marito di Emily, porta il suo contributo con la lenta ed ispirata Travelin’ Soldier nella quale il cantato di Natalie dolce e confidenziale. Truth No.2 scritta da Patty Griffin è una ballata che fa da preludio al frenetico ed ironico bluegrass White Trash Wedding composto interamente dalle tre Chicks.
Il nome di Marty Stuart spunta, accanto a quelli della Maines e della Maguire, in I Believe In Love, lento con Natalie da brividi, e Tortured, Tangled Hearts. Trova spazio anche un bel pezzo strumentale composto dalle ragazze e intitolato Lil’ Jack Slade che lascia a bocca aperta. Ancora due citazioni: la prima per More Love firmata Tim O’Brien dall’inevitabile gusto celtico, la seconda per Top Of The World scritta da Patty Griffin e perfetta chiusura lenta di questo viaggio acustico ancora una volta armonizzata magistralmente dalle tre voci.
Home ci riconsegna un trio in gran forma, diverso per scelta stilistica (qui non c’è traccia di elettrico) ma sempre fedele al proprio credo artistico arricchito da una abilità strumentale e vocale raffinata. Di questo e non di altro avremmo voluto leggere sulle pagine dei giornali di casa nostra, che le Dixie Chicks pensino e dicano quello che credano, l’importante è che continuino a suonare e cantare così. Consigliatissimo!
Open Wide Monument Columbia CK 86840 (Country Acustico, 2002)
Roberto Galbiati, fonte Country Store n. 68, 2003
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