Al di là della delusione provata da un estimatore di Dock Boggs quale sono, questo CD rappresenta un buon lavoro di riproposta di un personaggio atipico della scena musicale country. La delusione è nel sottotitolo del CD: Complete Early Recordings (1927-29). Se andiamo ad analizzare il contenuto del CD, sono presenti quattro brani di un altro interprete (Bill Sheperd) mentre due brani sono presenti in due versioni. Conclusione: i brani presenti sono solo quindici, vale a dire i soliti brani che chiunque possegga dischi dì Boggs conosce alla perfezione, compresi i classici Sugar Baby, Down South Blues e Country Blues.
Virginiano, ex-minatore e banjoista, Boggs si era esibito ed aveva inciso verso la fine degli anni Venti. Nel corso degli anni Sessanta, in pieno Folk Revival, grazie al lavoro di riscoperta dei New Lost City Ramblers, fu riproposto al pubblico insieme a tanti altri interpreti e musicisti che avevano fatto la storia della country music degli anni della commercializzazione. Stile e repertorio di Boggs sono assolutamente atipici. I suoi brani risentono dell’influenza del blues dei lavoratori neri con i quali era stato a contatto lavorando nelle miniere. Così sono blues le modulazioni della sua voce e le scale, soprattutto nei brani modali.
Il suo stile di banjo è, contrariamente a quello imperante all’epoca, uno stile up-picking ripreso forse da quello dei chitarristi di colore; altrettanto insolite sono le accordature che utilizzava sul banjo, uniche o quasi, assolutamente personali. Ascoltarlo cantare con la sua voce roca e trascinata, sottolineando la melodia vocale con lo strumento e accentuando le dissonanze, è molto suggestivo. L’effetto è estremamente suggestivo, arcaico, ed è all’origine del grosso interesse che ha sempre suscitato presso gli addetti ai lavori e presso tutti quelli che sono venuti a contatto con le sue rare incisioni.
Un disco assolutamente imperdibile, che dovrebbe essere presente nella discoteca di ogni appassionato di musica country.
Revenant RVN 205 (Old Time Music, 1997)
Mariano De Simone, fonte Country Store n. 44, 1998