Eliza Gilkyson - Land Of Milk And Honey cover album

Non fatevi ingannare dal titolo e dalla musicalità di Land Of Milk And Honey. A dispetto infatti della felice vena melodica e della brillantezza delle architetture sonore, in questo disco Eliza Gilkyson non fa del puro entertainment roots, come parecchi dei suoi colleghi (qualcuno presente anche qui come ospite). Land Of Milk And Honey è un disco politico, dalla prima all’ultima canzone, un disco intelligente, nella tradizione, non così attuale e scontata purtroppo, della folk music più autentica. Non a caso infatti l’album si chiude con una splendida canzone di Woody Guthrie, inedita e attualissima, Peace Call, giocata a quattro voci con tre signore del folk come Mary Chapin Carpenter, Patty Griffin e Iris DeMent.
E non a caso l’album si apre con Highway 9, una dura presa di posizione contro la guerra in Iraq e la politica, estera e domestica, di George W. (nel testo della canzone, “the little man”).

Tra la prima e l’ultima canzone, Gilkyson infila un paio di autoritratti senza sconti, le splendide Separated e Not Lonely, fiere dichiarazioni politiche che parlano alla coscienza delle donne d’America (ma anche ai loro compagni), così come l’amara Wonderland, qualche ricordo di famiglia in Dark Side Of Town (il padre, Terry Gilkyson è stato un famoso songwriter country degli anni ’50, e firma una delle canzoni del disco, la deliziosa Runnin Away), e il racconto di una vita maledetta, come quella di Yvonne Johnson (protagonista e co-autrice della ballata omonima, l’apice del disco), tragica eroina il cui calvario personale ha percorso tutte le stazioni della condizione femminile nelle aree del disagio sociale americano.
Musicalmente superbo, Land Of Milk And Honey vede contributi eccellenti da parte dei migliori artisti di Austin (Jon Dee Graham, Rich Brotherton, Stephen Bruton, Glenn Fukunaka, Mike Hardwick) e la brillante produzione di Mark Hallman.

Red House 174 (Folk, 2004)

Mauro Eufrosimi, fonte JAM n. 104, 2004

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