Sembrava ormai scritto a lettere luminose il suo futuro, invece le vendite incredibilmente, inspiegabilmente basse (pare intorno alle 4.000 copie fino allo scorso febbraio!) di questo bel debutto discografico di fine 2002, hanno rimesso in discussione la sua carriera.
E’ stato un crescendo di gratificazioni fino al contratto con la Warner (recentemente cancellato), in un paio di anni, pensate, la bella e brava Elizabeth è salita sul palco della Grand Ole Opry un centinaio di volte, integrandosi molto bene nell’ambiente country e conquistando ancora prima che il rispetto del pubblico la stima dei colleghi, di quella categoria di artisti meno legati al country-pop di Nashville.
Lo stile è classico e al contempo cantautorale (tutti i testi sono opera sua), gli arrangiamenti essenziali e il suono elettro-acustico, il timbro e l’impostazione vocale, anche se non particolarmente originali, richiamano alla memoria le classiche icone di Tammy Wynette, Loretta Lynn, Emmylou Harris e Dolly Parton.
In definitiva, pur trattandosi di un prodotto di studio di registrazione, uno dei tanti dischi realizzati grazie al buon lavoro di un produttore, con l’ausilio questa volta di session men alternativi alla solita e inflazionata lista di turnisti, Hey Y’all è un album molto personale, intimo e sincero, in controtendenza rispetto ai cliché nashvilliani.
Il mercato è impietoso. Ma Elizabeth ce la farà, ne siamo convinti.
Warner Brothers 48289 (New Country, 2002)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 66, 2003
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