Gli anni ’90 sono stati artisticamente proficui per questo songwriter newyorkese, la cui figura di cantautore colto e impegnato è stata giustamente rivalutata. Da Selling The Gold in avanti, questo classico folk-singer da chitarra, armonica e voce, ha conosciuto solo momenti positivi, amo credere che la presenza di Springsteen sia stata d’aiuto a farlo conoscere alle generazione successive, forse digiune della musica d’autore degli anni ’70.
L’acustico e ricco di belle ballate Beauregard e il recente April, lo hanno confermato come personaggio di grande fascino, gusto e sensibilità tra i cultori della musica cantautorale, soprattutto nella vecchia Europa, dove vanta ancora legioni di fedeli fans. Non fa eccezione questa nuova e riuscita auto-produzione realizzata nella grande mela che prosegue il discorso di Beauregard con brani più compiuti, elettrici e arrangiati. Vi partecipano il fido Olivier Durand, chitarre, Ernie Brooks, basso, Kenny Margolis, tastiere, e Jonathan Kane, percussioni, che contribuiscono a colorare le ballate urbane, romantiche e nostalgiche dell’ultimo Murphy.
Sonorità elettro-acustiche vestono gli 11 brani di Elliott, balladeer colto ed evocativo che sembra voler catturare l’attenzione più con i testi, le atmosfere delle sue canzoni, che con la voce o un linguaggio esageratamente rock. Le soluzioni strumentali, che comprendono accordion, mandolino e synth, propendono per destare l’attenzione attraverso i tenui colori dell’eleganza, della cura per i particolari con cui ogni brano viene arrangiato per evocare particolari atmosfere.
Murphy non solo conosce tutti i segreti del folk-rock, ma ha anche l’istrionico dono di farci sentire, grazie a musica e poesia, a Parigi, i Caraibi o in Louisiana, mentre siamo seduti in un pub del Villane, di Pigalle o della nostra stessa provincia.
Many Music 2352827 (Singer Songwriter, 2000)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 36, 2000
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