Seguendo un percorso caro a Waylon Jennings, Willie Nelson, Billy Joe Shaver, e, più recentemente, ai tanti revivalisti country che, dal Texas alla California, ne ripercorrono la via, George Hamilton V si ripresenta, dopo l’eccellente Ghost Town, con un’altra opera inusuale per gli attuali standards nashvilliani.
Intelligente, coraggioso, scevro da compromessi e ricco di accenti honky tonk, rock & roll, e rockabilly, Garden Of Love è un CD che spicca tanto per la autenticità dei suoni che del personaggio. Accompagnato ancora una volta dai Nash Vegas Nomads e da un notevole gruppo di alternative-country pickers, George Hamilton V firma un lavoro degno di un contemporaneo country-hero, bravo nello sdoppiarsi in rocker o in un romantico cowboy.
Personaggio cui la doppia L (loser & loner) spetta di diritto, se l’è guadagnata ballad dopo ballad. Troppo ribelle per piegarsi alle regole della Music City, che ‘castra’ tutti i giovani ‘mavericks’ per mandarli, ben pasciuti e vuoti di contenuti, al macello delle country-charts, Hamilton scrive della vita reale e descrive quindi l’altra Nashville.
Lo string-sound dei suoi Nash Vegas Nomads – Tim Good e Keith Taylor, chitarre e strumenti a corda, Tom Comet, basso, e Craig Wright, batteria – è coinvolgente, vivo e pulsante, traboccante idee negli arrangiamenti e nelle soluzioni strumentali. Preziosa la presenza di ospiti come Shawn Camp, violino, Tommy Spurlock, pedal steel, Carlton Moody, chitarra elettrica e James Haymer, accordion, che lasciano il segno nella lunga carrellata di songs firmate da Geo. I suoi ispirati brani, debitamente popolati da perdenti e solitari, evocano emozioni vere, quelle della gente comune, le cui storie, speranze e sogni si assomigliano tutte per il modo come vanno ad infrangersi contro gli scogli della vita reale.
Dixiefrog DFG 8473 (Traditional Country, 1998)
Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 26, 1998