Di fronte alla pigrizia dimostrata dai gruppi italiani di country e bluegrass nell’incidere dischi rispetto ad altri generi scarsamente diffusi nel nostro Paese (un valido esempio è il blues, decine ormai le produzioni discografiche nostrane…), non si può che accogliere positivamente un personaggio come George McAnthony che, se non altro, si prende così sul serio da avere già al suo attivo un buon numero di prodotti e una gran quantità di materiale demo da fare invidia a molti artisti sulla piazza (e non solo italiana).
E’ di Bolzano, ma a casa durante l’anno ci sta davvero poco, non si contano infatti le sue tournée in giro per l’Italia, l’Austria, Svizzera e Germania. Ha suonato anche nella ex-Yugoslavia e ha tenuto concerti perfino in paesi africani.
Probabilmente lo conoscete anche voi, in quanto è stato ospite, in una occasione, del televisivo Maurizio Costanzo Show, ha diviso il palco con John Denver in una delle sue visite italiane, ed è stato anche invitato al TG3 notturno non molto tempo fa.
Inoltre è famoso per la sua intensa attività sociale e umanitaria, infatti molti dei concerti che tiene hanno lo scopo di raccogliere fondi per i bambini africani, ai quali una volta all’anno fa visita personalmente, contribuendo così a costruire ospedali, scuole e quant’altro di utile per poter aiutare quelle popolazioni a costruirsi una realtà un pochino migliore.
Country Way Of Life è il suo quarto disco, lo ha inciso negli States, a Nashville nel 1992, e sappiamo che è già al lavoro per il suo prossimo compact in versione ‘live’.
George ha una buona voce (forse a tratti un po’ ‘impostata’) ed è del tutto noncurante di quella nuova tendenza che vede la country music influenzata da sonorità rock e pop; lui la country music la vive in maniera classica (‘Nashville Sound’ per intenderci): ballate lente o a tempo medio, sempre caratterizzate da quei connotati grazie ai quali si è diffusa in tutto il mondo.
Questo potrà forse non essere apprezzato da quella schiera che vede in Dwight Yoakam, Mavericks, Brooks & Dunn, Marty Stuart o Travis Tritt l’espressione più moderna di questo genere, ma piacerà certamente a chi segue John Denver, Johnny Cash, Alabama Jim Reeves o Vernon Oxford.
Il disco è piacevole, ben suonato, ben registrato e ben confezionato (contiene tutti i testi in inglese e in italiano). Se delle critiche devono essere mosse, queste sono in direzione di alcuni arrangiamenti: certi coretti femminili li avrei evitati, lo stesso vale per la sezione d’archi.
Per quanto riguarda i testi, tutti dello stesso McAnthony, sono pregevoli, per temi toccati (ecologia, pellerossa, Dio, fratellanza, ecc.) e per forma, ma anche qui mi sento di consigliare all’artista di evitare ai suoi ascoltatori possibili over-dose di buoni sentimenti, a volte le ‘piccole’ storie riescono meglio a far capire i drammi di questo pianeta.
Chiudo invitandovi a dare un ascolto a Country Way Of Life, e a George di proseguire con l’energia espressa fin qui. Buon lavoro McAnthony.
Good Friends /On My Way /Lucky Times /Every Heart /Country Way Of Life /Indian Heartbeat /Mr. Captain /God Bless My Music /Bye River Bye /My Life /Never Going Back /Children Song
Max Mas CD-77885 (Traditional Country, 1992)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 22, 1994
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