Vituperato, preso per i fondelli, considerato sempre l’ultima ruota del carro: chissà come se la ridacchia sotto i suoi baffetti brizzolati Graham Nash, adesso che ha prodotto Songs For Survivors, il disco migliore tra tutti gli sforzi, da soli o in quartetto, dei suoi amici Stills, Crosby & Young, negli ultimi anni.
Già: meglio del pretenzioso Are You Passionate? di Neil Young, più sincero degli sforzi intellettualoidi di Crosby, da solo o con i CPR, meglio di qualunque cosa (anche sua) prodotta sotto la sigla CSN&Y dai tempi di Deja Vu. E Stills… bè, non fa un disco degno del suo nome dal 1974…
Gli era già riuscito una volta, il giochetto, nel lontano 1977, quando il disco di CSN di quell’anno lo aveva visto formidabile e inatteso protagonista con canzoni del calibro di Cathedral, Carried Away, Just A Song Before I Go e Cold Rain, canzoni che avevano cacciato in un angolo le superstar, Stills e Crosby, brutta fotocopia di se stessi. Ad ogni buon conto è il suo più bel disco solista dai tempi del suo primo sforzo, quel gioiellino che si chiamava Songs For Beginners, a cui risponde oggi ironicamente (ma anche saggiamente, visto che non sono molti i sopravvissuti di quella stagione) con questo Songs For Survivors.
Un disco delizioso, una manciata di canzoni di classe, in alcuni momenti di classe purissima, essenzialmente acustico, semplice, rilassato, ma con parechie cose da dire. Merito dei preziosi accompagnatori, certamente, ma merito di un Nash, mai come oggi un simple man di sessant’anni appena compiuti, ma anche ‘grande saggio’, capace di riflettere su di sé e su di una generazione.
Se l’iniziale Dirty Little Secret, unico episodio attraversato da vibrazioni elettriche, classica rock ballad di stampo californiano, è forse il motivo meno brillante (ma è splendido il lavoro al basso di Viktor Krauss, in passato con Lyle Lovett), già la successiva country ballad (sostenuta da pedal steel e dalla sua armonica) Blizzard Of Lies ci dice che Nash è in gran forma.
Lost Another One, sebbene il titolo non sia dei più indovinati (“Ne abbiamo perso un altro”, un po’ cinico…), dedicata all’amico Jerry Garcia, era stata composta già tempo fa, è una delle sue classiche ballate anni Settanta, dall’uncino melodico perfetto e dall’interpretazione coinvolgente, come solo il Nash di trent’anni fa sapeva fare: la voce dolce del simple man che ci affascinava tanti anni fa è ricca di sentimento come non mai.
Poi arriva una autentica gemma, Chelsea Hotel, come non ne sentivamo più dai tempi di Lady Of The Island: una ballata notturna, dall’incedere elegantemente folk. Spiazzante.
Come una piccola gemma è la pianistica Be There For You, che si allarga in aperture vocali tipicamente alla Nash. Nothing In The World è discorsiva, sostenuta da una bella chitarra acustica, e mostra un Nash semplicemente folksinger ma autorevole come non ti saresti mai aspettato.
Pavanne (di Linda Thompson, ex moglie di Richard Thompson) spiazza di nuovo: tornano i fantasmi della California migliore, quella della fine dei Sixties, con quella chitarra acustica in accordatura aperta che giureresti la stia suonando David Crosby, lì sul palco del Fillmore, a fianco del suo amico ‘Willie’. Fascinosa, toccante, semplicemente perfetta.
Quindi la sorpresa del disco: Liars Nightmare non è altri che Masters Of War di Bob Dylan, ma Masters Of War era Nottamun Town, antica ballata popolare inglese. Nash è fan di Dylan e buon conoscitore delle sue radici, ecco perché Liars Nightmare (molto lunga, vero e proprio brano di impianto folkie con deliziosi interventi di dobro e con un crescendo strumentale avvolgente) ha perfettamente senso.
Per poi riportare tutto a casa con il piano elettrico e l’armonica di Come With Me.
Nessuna nostalgia, nessun rimpianto: la vita è stata bella con Graham Nash, e la sua musica, nei momenti migliori, ci ha sempré avvicinato a quella bellezza. Non possiamo che essergliene riconoscenti.
Voto: 8
Perché: la domanda sorge spontanea. Perché le canzoni migliori Crosby, Stills, Young, e adesso Nash, se le tengono per i loro dischi solisti? Poco importa, basta che continuino a farne.
Ps: Songs For Survivors è stato registrato con una tecnica audio usata normalmente per i DVD. L’edizione su DVD contiene parecchio materiale fotografico e una traccia video visibile ovviamente con il lettore DVD.
Artemis/Epic 508500 2 (Singer Songwriters, 2002)
Paolo Vites, fonte JAM n. 84, 2002