Greg Brown - The Poet Game cover album

Questa volta le figlie sono rimaste a casa… in compenso Greg si è portato in studio un pugno di splendide canzoni, un manipolo di superbi musicisti ed una determinazione che lo riabilita completamente. Sciolgo il mistero per chi non avesse letto la recensione del precedente lavoro apparsa sul n. 1 di Out of Time. Greg aveva voluto fare un disco con e per bimbi, coinvolgendo appunto la prole, con risultati che non potevano essere presi seriamente. E’ stata una parentesi, un puro divertissment.
In The Poet Game la voce – quella voce – riprende i toni minacciosi e declamatori di sempre e le liriche illustrano situazioni sofferenti e differenziate. L’effetto ‘racconto’ è allo zenith. La strumentazione poi è ideale: Bo Ramsey fa con la Stratocaster e la Silvertone quel che un Cooder od un Landreth ha fatto per John Hiatt… la sezione ritmica è assolutamente perfetta con un basso discorsivo ed articolato ed una batteria ove spicca un deciso e potente colpo di spazzola sullo snare drum. Non saprei cos’altro aggiungere, non ho nemmeno il desiderio di citare titoli di brani che emergono su altri; forse Sadness così particolare…

Diciamo questo: se fossi dovuto andare in studio con Greg e produrre un disco, beh lo avrei sviluppato proprio così. Un disco quindi superlativo… non si può, onestamente chiedere di più. Questo cantautore dello Iowa è una vera forza della natura: è incredibile come non sia ancora stato contattato da una major per un tentativo ‘di qualità’ a volumi ragionevoli pur se rivolto ad un mercato di nicchia. Mi viene in mente la MCA con Will T. Massey o la Geffen con Ted Hawkins, che sarà sì un cantautore nero piuttosto che bianco, ma che ritengo anche meno vendibile dello stesso Brown. Buon ascolto e sappiatemi dire.

Red House RHR 68 (Singer Songwriter, Country Folk, 1994)

Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 7, 1994

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