Nato a Buffalo, New York ma residente nella cittadina di Somerville, Massachussetts, nei dintorni di Boston, Greg Klyma è un attivissimo musicista la cui fama è rimasta confinata nel pur ricco ambito indipendente roots. Otto dischi incisi, dozzine di tour che lo hanno portato in ogni angolo degli States, critiche molto positive da parte degli addetti ai lavori, un’instancabile attività che però finora non gli ha fatto fare quel salto di qualità verso una notorietà più ampia.
La passione per i grandi troubadours del passato, da Woody Guthrie a Ramblin’ Jack Elliott, per la letteratura, per certo rock delle radici di Tom Petty e The Band, il tutto condito da humour e spirito contemporaneo: queste sono alcune delle anime che albergano in Greg Klyma il cui disco in questione, Another Man’s Treasure, è probabilmente il suo lavoro più maturo ed intrigante.
Le sue liriche sono dirette, talvolta introspettive e poetiche e in certi casi esilaranti ed originali, il suono è quantomai variegato, dalla ballata folk ad un più compiuto roots rock. Tra le prime meritano una segnalazione The Wolf, impreziosita da una bella pedal steel, Scream, più oscura e misteriosa e la tenera A Dream About You. Decisamente più rock sono la veloce ed autobiografica Garbageman, Signpost, Livin’ The Life, dal chorus coinvolgente e Train, ispirata da un riff dei Kinks. In mezzo ci sono una gustosa rilettura di You Are My Sunshine di Jimmie Davis, How’s It Goin’ con echi bluegrass e swing, la trascinante Circular World e Time Does Fly con la Carter Family nel cuore.
Another Man’s Treasure riserverà più di una sorpresa, forse un tantino dispersivo ma estremamente brillante e piacevole.
Autoprodotto (Country Folk, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014
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