Hillbilly Winos - Live From The Living Room cover album

Una vera e propria – piacevolissima – sorpresa questo CD,  Live From The Living Room, che non esito a definire un gioiellino. Gli Hillbilly Winos sono degli emeriti sconosciuti che ho avuto la possibilità di ascoltare per la prima volta nell’album tributo a Fred Eaglesmith, dove eseguivano la sua Drive-In Movie.
La formazione comprende Jeff Ham (voce solista, chitarra acustica, mandolino ed armonica), Kent Arnsbarger (percussioni) e Matt Teolis (chitarra solista, dobro e fisarmonica) ed ha pubblicato un solo album, appunto questo eccellente Live From The Living Room.
Per l’occasione i tre si sono fatti accompagnare da Steve Doyle (dobro) e Jim Teolis (contrabbasso). Fanno della musica acustica che potrebbe essere definita come acoustic roots-rock, con abbondanti portate di blues, musica tradizionale ed una spruzzatina di country, che non guasta mai.
Sono dei virtuosi dei propri strumenti ed è un piacere ascoltarli nella loro esibizione in questione.

Dei quattordici brani compresi, solo quattro sono covers di altri autori e più precisamente Poncho & Lefty (Townes Van Zandt), Drunk On The Moon (Tom Waits) oltre a 105 e Water In The Fuel (entrambe dalla penna di Fred Eaglesmith); il resto è opera del solo Jeff Ham che, oltre ad essere un ottimo autore, è dotato di una voce molto personale, roca e perfetta per il genere che interpreta.
Asphalt Skin è giocata sui toni della chitarra acustica e delle percussioni morbide di Arnsberger, fino a quando entrano la voce ed il dobro e la festa comincia.
The Grind si aggrappa ai virtuosismi della chitarra acustica solista di Matt Teolis, poi la voce di Jeff ci prende per mano e ci conduce attraverso territori familiari eppure sempre nuovi, che amiamo scoprire: uno degli highlights dell’intero CD.
Spirit Dance prosegue sul filo dei preziosismi acustici delle chitarre, con un’impercettibile uso delle percussioni, mentre This House concede qualcosa in più alla melodia, pur mantenendosi in ambito rigorosamente acustico: un altro gioiellino in forma di ballata contrappuntata da un dobro malandrino.
Poncho & Lefty  è il capolavoro che tutti conosciamo, ma la versione degli Hillbilly Winos è dotata di un pathos fuori dal comune.

Rochelle è decorata dalle chitarre acustiche che stendono un tappeto per il dobro solista fino a quando non entra la voce ed allora “… Ubi maior…”.
John Dillinger è il brano che mi ha impressionato meno degli altri, ma resta comunque un pregevolissimo esempio di tecnica chitarristica e vocale.
On The Road ha il profumo consumato dei brani tradizionali, un accompagnamento sobrio e minimalista, con l’intervento di una grande armonica.
Grande musica che prende a prestito anche dal blues, come per la reinterpretazione di Drunk On The Moon (Tom Waits), qui riproposta in chiave decisamente orientata alla musicalità tipica dei popoli afro-americani: inconfondibile nelle sue progressioni vocali, rappresenta un altro fiore all’occhiello del gruppo ed un ulteriore motivo di plauso per Jeff Ham cantante ed armonicista.

Second Best riprende vagamente la melodia di Old Flames, un classico di Hugh Moffatt ed è acustica, rilassata e rilassante.
105 e Water In The Fuel riprendono vita dopo aver impreziosito il CD Lipstick, Lies & Gasoline di Fred J. Eaglesmith. Queste covers sono dei capolavori, sia dal punto di vista vocale che strumentale e cìè da domandarsi come mai questa band – come un’infinità di altre – sia a tutt’oggi praticamente sconosciuta.
Fire & Ice non si discosta più di tanto dagli – alti – livelli medi di questo album e In The Morning chiude in maniera oltremodo degna questo CD, un piccolo-grande gioiello che va scoperto, perché sono queste le persone che giustificano l’esistenze delle etichette indipendenti contro lo strapotere delle majors. Contattate gli Hillbilly Winos, richiedete il loro CD e salutateli per noi.

Living Room Productions (Roots Rock, 2002)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 72, 2004

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