Honky-Tonk Hangovers - Giant Country cover album

Originari del Colorado, gli Honky-Tonk Hangovers sono giunti al secondo disco, dopo la positiva prova di esordio con Every Little Honky-Tonk (2002). Questo Giant Country non ha bisogno di aggiungere molto alle informazioni che erano ottenibili dall’ascolto del suo predecessore: country music di impostazione molto tradizionale, incentrata sul suono gradevolmente retrò della chitarra elettrica solista in mano a Dave Hall (lead & harmony vocals, electric rhythm & lead guitar), ben coadiuvato da Jeff Yeary (harmony vocals & acoustic rhythm guitar), Donnie Jerome (harmony vocals & upright bass) e Elvin  ‘Tim’ Thies (drums).

Da dire subito che il disco dura quasi un’ora per un totale di ben sedici pezzi, dando così ai ragazzi la possibilità di spaziare fra vari generi, pur riconducibili al suono country. C’è l’honky-tonk – prevalente – di Get Pickin’ Guitar Man, Lady Luck, Let’s Pretend, Trailer Park Behaviour, The Train, il classico Girl On The Billboard, Farewell, il boogie di Motorcycle Mama, il sound mariachi di Uno Mas Beso, il country più classico di Love By The Numbers, Another Sunday, Broken Hearts & Faded Memories, The Kissing Song, Think Again, la cover di Marty Robbins con Begging To You, la coinvolgente train song The Train, per finire con Denver Joe, classica character-song.
Rispetto alla formazione che aveva dato vita al disco di esordio è cambiato il batterista (era Brandon Irons, per i più pignoli), ma il sound non ne ha risentito in alcun modo. L’unico appunto che si può fare ad un disco come questo è a livello vocale: Dave Hall è capace di performances valide (Denver Joe), ma ha dei cedimenti inspiegabili (come nella iniziale Get Pickin’ Guitar Man), che non riscontriamo invece nelle esecuzioni di Jeff Yeary.
Gli Honky-Tonk Hangovers sono comunque depositari di un sound honky-tonk che molto si rifà alle radici della musica country, identificabile con prevalenza nel suono a cavallo fra gli anni ’50 e ’60.

Big Bender 75164 (Traditional Country, Honky Tonk, 2004)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 73, 2004

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