Dopo la parentesi del reportage del numero scorso sul meeting della G.A.L., vorrei riprendere il discorso iniziato nel mio primo articolo e parlare più da vicino dello strumento chitarra. Come punto di partenza mi sembra indispensabile parlare della sistemazione della chitarra in modo da poterne sfruttare a pieno le caratteristiche e adattarle alle proprie esigenze tecniche e stilistiche.
E’ certamente importante avere un buono strumento, ma è altrettanto importante renderlo il più efficiente possibile scegliendo il tipo e la scalatura di corde più appropriate, l’altezza delle stesse sopra la tastiera (in inglese ‘action’) e intonandolo, laddove possibile, nel modo più accurato in conseguenza di queste variabili.
Cominciamo dalle corde. Le corde per chitarra folk sono in acciaio: le due più sottili non rivestite (plain), le altre 4 rivestite, di solito, in bronzo combinato con diverse leghe. A seconda della lega usata per il rivestimento le corde sono più o meno dure, hanno diverse timbriche e durano più o meno a lungo nel tempo. Per esempio le corde al bronzo fosforoso, che sono tra le più diffuse attualmente, hanno una durata superiore rispetto alle normali corde al bronzo, si ossidano meno facilmente e hanno timbrica più metallica e squillante.
Vi sono diverse scalature di corde, dalle extra-light alle heavy (difficilmente reperibili perché poco usate) con diversi diametri e diversi tiraggi. Più le corde sono grosse e più hanno tiraggio a parità di frequenza, per cui, esercitando una maggiore sollecitazione sul ponte e di conseguenza sulla tavola armonica, producono un maggior volume di suono e una timbrica più piena. Di contro la grossa tensione rende più faticoso spingerle contro la tastiera e tirarle per alzarle di tono. Per cui, anche se è vero che più grosse sono le corde, più si sfrutta al massimo il potenziale sonoro della chitarra perché la si sollecita maggiormente, bisogna comunque tenere conto della migliore suonabilità che permettono corde più sottili e delle caratteristiche strutturali dello strumento, perché l’uso prolungato di corde di diametro eccessivo può causare guai seri o addirittura comprometterlo irrimediabilmente.
Ogni strumento ha dei limiti di resistenza di cui bisogna tenere conto nella scelta delle corde: ciò non costituisce necessariamente un difetto poiché una chitarra può essere stata costruita intenzionalmente per esprimersi al meglio con corde sottili: la solidità non è certo l’unico o il migliore criterio di valutazione della qualità.
Come principio generale, parlando di chitarre di qualità con tavole in legno massiccio, è da tenere presente che maggiore è la trazione a cui è sottoposta una tavola armonica e più probabilità vi sono che questa si usuri prima di avere raggiunto la piena maturità in relazione alla stagionatura del legno.
Riepilogando abbiamo indicato tre fattori-guida nella scelta della scalatura delle corde:
1) caratteristiche strutturali dello strumento;
2) esigenza di volume e pienezza di suono;
3) esigenza di facilità e comodità di movimento sulla tastiera (suonabilità).
Altro elemento essenziale nella sistemazione della chitarra è l’altezza delle corde, sia vicino al capotasto, sia più in alto sulla tastiera (verso il ponte). Più alte sono le corde sull’osso del ponte e di conseguenza sulla tastiera, maggiore risulta il volume della chitarra, perché maggiore è la forza torsionale che dal ponte si trasmette alla tavola. Forza che poi si divide in due componenti: una verticale, che pompa aria all’interno della cassa (la quale poi uscirà dalla buca) e una oscillatoria, con il fulcro sull’osso.
Maggiore è anche la possibilità per il musicista di sollecitare con forza le corde senza che queste sbattano contro i tasti provocando fastidiosi ronzii che, se abbastanza normali e trascurabili sulle chitarre elettriche, sono insopportabili sulle acustiche.
D’altro canto lo strumento diventa faticoso da suonare e la mano sinistra deve essere molto forte ed allenata per potere premere le corde situate distanti dai tasti: suonare velocemente e in scioltezza risulta estremamente difficoltoso. Io trovo che, a parte esigenze particolari (per esempio, chi suona bluegrass ha bisogno di grande potenza di suono sia in accompagnamento che in solista, per cui deve tenere le corde molto alte) sia consigliabile in generale una action media che sia comoda per la mano sinistra ma che permetta anche una certa dinamica e volume senza che le corde sbattano sui tasti.
Indicativamente voglio suggerire delle misure in millimetri per le diverse action, tenendo conto che la misurazione va effettuata al 12° tasto fra la cima del tasto e la parte inferiore della corda.
Action bassa: 2.0 mm. al Mi cantino e 2.8 mm. al Mi basso
Action media: 2.4 mm. al Mi cantino e 3.2 mm. al Mi basso
Action alta: 3.2 mm. al Mi cantino e 4.0 mm. al Mi basso
Queste misure sono puramente indicative ed è bene tener conto del fatto che ogni manico è differente e anche action perfettamente uguali possono sembrare più o meno agevoli a seconda della forma dello stesso o semplicemente della abitudine della nostra mano ad un manico specifico. Così, chitarre con lo stesso diapason (lunghezza della corda vibrante fra i due punti di appoggio), la stessa scalatura e la stessa altezza di corde, possono risultare differenti in durezza e suonabilità.
Una esigenza abbastanza comune fra i chitarristi è di avere le corde il più basse possibile poiché risulta più agevole suonare: deve essere ben chiaro, però, che ciò limita la possibilità di suonare forte con la mano destra perché in quel caso le corde basse produrrebbero troppi sbattimenti sulla tastiera.
Bisogna perciò operare una scelta in base alle proprie esigenze tenendo in considerazione questi fattori. Su alcune chitarre, a parità di action, le corde tendono a sbattere maggiormente; ciò dipende dal fatto che il manico sia più o meno diritto; un manico troppo diritto accentua il difetto. Questo è comunque un argomento complesso che preferisco trattare più esaurientemente in futuro.
Vorrei infine accennare al fatto che, in certe accordature aperte, quando le corde vengono abbassate di un tono o anche più rispetto allo standard, aumenta la probabilità di avere degli sbattimenti, poiché la corda allentata ha più escursione vibratoria, soprattutto quando è suonata a vuoto: in questo specifico caso è perciò consigliabile tenere le corde un po’ più alte anche al capotasto; soprattutto quelle basse che solitamente sono le più allentate insieme al SI.
A seconda della scelta delle corde e della action la chitarra va intonata in modo che suoni il più possibile accordata su tutta la tastiera, anche ai tasti più alti. E’ una operazione difficile e non sempre possibile. Di questo argomento, che è piuttosto complesso, parleremo più approfonditamente nel prossimo numero.
Enrico Bottelli, fonte Hi, Folks! n. 20, 1986