A.A.V.V. – “The Bluegrass Album Vol.2” cover album

Non si è ancora spenta l’eco del successo conseguito dal Bluegrass Album 1, e giá arriva sul nostro mercato il Vol.2 (e l’annuncio, in forma ufficiosa, che è giá stato registrato il Vol.3), con un giá notevole successo negli States e un tentativo di ‘imitazione’, peraltro molto originale e graditissimo, da parte di Grisman e colleghi in Here Today (vedi recensione di Martino Coppo).

Che il bluegrass tradizionale abbia un buon seguito pare ormai scontato, quindi non credo ci sia molto da discutere sulle ragioni del successo del primo Bluegrass Album: i piú critici, peró, potrebbero obiettare (e cosí hanno fatto) che è gioco facile per musicisti come J.D. Crowe, Tony Rice e compagnia ‘far rendere’ pezzi come Molly & Tenbrooks o I’m On My Way Back To The Old Home, classici sempre amati e di per sè trascinanti. Ebbene, questo Vol.2 dá modo di meditare in questo senso: la maggior parte dei pezzi, infatti, sono oscuri o sconosciuti successi di Flatt & Scruggs o Johnny & Jack, incisi a loro tempo per la Mercury e mai piú riediti, nè tantomeno ‘covered’ da altri.

I titoli noti ai piú sono pochi: Your Love Is Like A Flower, Ocean Of Diamonds, I’ll Never Shed Another Tear e Don’t This Road Look Rough And Rocky, mentre decisamente ignoti sono, o meglio erano, brani come Is It Too Late o Back To The Cross (sto in realtá mentendo spudoratamente, dato che conoscevo questi ed alcuni degli altri pezzi dei vecchi album Mercury o dell’LP Live Show di Flatt & Scruggs, ma da una mia piccola indagine ho appurato che non siamo in molti a possedere questi gioiellini).

Ebbene, per dare un taglio a questo confusissimo discorso, il lavoro dei nostri musicisti si fa decisamente duro su pezzi come questi, in massima parte medio-lenti o decisamente tranquilli, e come detto privi di sicura e valida fama come quella di cui godevano i loro predecessori. I risultati, ad onta di queste premesse, si sono dimostrati ottimi sotto tutti i punti di vista, e questo Bluegrass Album Vol.2 appare di conseguenza, almeno ai miei occhi, quasi piú interessante del Vol.1.

Il banjo di Crowe è sempre piú esplosivo, e il gusto raffinato di J.D. è evidentissimo nel timbro (che è per me ‘IL’ timbro di banjo per eccellenza), nella perfezione del tempo, nella varietá sempre adeguata del back-up, oltre che nei break sempre giusti ( e definire un assolo ‘giusto’ è forse il miglior complimento che ad esso si possa fare). Tony Rice è sempre strabiliante alla chitarra, anche se, come nel precedente album, il suo lavoro è quasi esclusivamente di accompagnamento: in questo forse sta una lezione per molti chitarristi bluegrass, un pó troppo pronti (forse sotto la spinta dell’esempio di virtuosi come Dan Crary) a riversare sull’ascoltatore valanghe di note in ogni pezzo!

Si puó e si deve essere buoni chitarristi bluegrass anche soltanto accompagnando gli altri strumenti, e Tony Rice, mettendo da parte la fetta della sua personalitá che si esprime in un album come Manzanita, Mar West o il piú recente Backwaters, ci dá una dimostrazione di come si possa essere perfetti eseguendo un solo break su un album di dodici cuts. Doyle Lawson, Bobby Hicks e Todd Phillips si commentano da soli: il loro lavoro è in ogni momento affascinante e di ottimo gusto.

Quello che peró attira sopra ogni cosa in questo LP è la perfezione delle voci: il lead di Rice è ulteriormente migliorato, assimilando la lezione di Flatt, Monroe e degli altri grandi in un gusto piú attuale e consono al nostro orecchio contemporaneo, e i cori, siano essi duo, trio o quartetto, si apprezzano sempre per la loro fusione e per il ritmo perfetto, confermando che non era artefatto o montatura ció che ci aveva lasciato secchi all’ascolto del Vol.1.

Non vorrei sembrare monotono, ma sono giá un pó ansioso nell’attesa che la Rounder pubblichi il Vol.3… e attendo la Bluegrass Album Band per una prova che, sono sicuro, sará per la terza volta positiva. Ascoltate questo album e poi ditemi che ho torto!

Rounder 0164 (Bluegrass Tradizionale, 1981)

Silvio Ferretti, fonte Hi, Folks! n. 1,1983

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