Marco Di Maggio

Sono un appassionato di Rockabilly, Rock’n’Roll e di tutti i generi attinenti a questo affascinante filone musicale e non essendo proprio di primo pelo, ho avuto l’occasione di assistere ad una incredibile serie dì concerti a partire dagli anni ’70. Ho visto e conosciuto quasi tutte le leggende del r’n’r ed ho stretto amicizie con vari personaggi quali Carl Perkins, Sonny Burgess, Hayden Thompson, Highnoon e molti altri. Ho avuto il piacere di assistere a vari concerti di virtuosi delle 6 corde quali Junior Brown, per citarne uno ed infine… ho conosciuto Marco Di Maggio durante uno dei suoi numerosi shows in terra francese.
Devo dire che sono rimasto letteralmente sbalordito dal suo talento. Chitarrista dotato di una tecnica assolutamente straordinaria, con la quale riesce a suonare praticamente tutti gli stili del r’n’r: Rockabilly, Swing, Country, Blues, Surf… e tutti eseguiti con personalità ed inventiva.
Per lui i soli di Cliff Gallup, Scotty Moore e Chet Atkins sembrano quasi una passeggiata. Quando poi mixa il tutto con il Surf ed il Country, allora si capisce perchè prima di conoscerlo, avevo sentito dire che fosse stato incluso nella lista dei migliori 5 chitarristi mondiali di questo genere.
Come se non bastasse, riesce con una facilità impressionante a suonare ed a cantare contemporaneamente, eseguendo riffs difficili persino per chi suona soltanto. Altra dote di Marco, il fatto che non esegua mai gli stessi soli neanche nelle sue composizioni e renda ogni concerto diverso altri.
Marco non è comunque un musicista legato ad un filone specifico e questo viene testimoniato dalla folta presenza di musicisti appartenenti al Jazz ed al Rock ai suoi concerti.

Com’è nata la tua passione per la musica?
Ascoltando i primi 45 giri che avevo in casa..,non erano rockabilly e non ti dirò mai chi erano gli artisti in questione!

…e la passione per il r’n’r?
Quella è nata grazie ad una vicina di casa americana che regalò a me ed a mio fratello Massimo alcuni 45 originali di Elvis.

Così da allora hai iniziato a suonare?
In realtà già suonavo un po’ quello che mi capitava da autodidatta, ma quello fu l’input che ha dato una vera svolta alla mia vita.

Hai frequentato delle scuole di musica?
Mai, soltanto all’età di 8 anni presi alcune lezioni di chitarra classica, ma capii ben presto che quella non sarebbe stata la mia strada.

Hai mai suonato altri tipi di musica?
Si,  specialmente prima di scoprire Elvis e tutti gli altri artisti a lui contemporanei, ho suonato rock, ed altro.. ma poi ho scelto la mia strada. Comunque ritengo che allargare le proprie vedute ed ascoltare altri generi ti faccia capire meglio come suonare rockabilly e ti renda un musicista completo. Tutti i più grandi chitarristi del passato ascoltavano le incisioni di artisti jazz e western swing, questo spiega anche la qualità del playing di Cliff Gallup e Scotty Moore.
Attualmente ascolto tantissimo swing e jazz anni ’40, lounge, surf e naturalmente rockabilly, sia neo che old style.

Sei molto apprezzato negli Usa, patria di questo genere, che effetto ti fa e come sei arrivato ad avere una credibilità così solida?
Un gran bell’effetto devo dire, credo che per tutti i musicisti l’America sia tuttora un punto d’arrivo e un sogno da raggiungere, in modo particolare poi per chi suona rockabilly o stili musicali nati e sviluppati in Usa.
Il cammino è stato lungo ma costante e pieno di piacevoli conferme durante questi ultimi anni. La mia prima tournée all’estero fu effettuata grazie all’interessamento di Martin Ace, bassista del gruppo gallese dei MAN. Martin era tra il pubblico durante un mio concerto al Velvet Underground a Castiglion Fiorentino e subito dopo il concerto mi propose di formare una band per esibirsi in Inghilterra. In quel tour suonai con Terry Williams, il batterista dei Dire Straits… eccezionale!
L’Inghilterra ha un pubblico di solito diffidente al primo approccio, specie se vieni da un paese latino come l’Italia, ma adesso dopo 5 tour mi sento veramente a casa ed il pubblico presente ai concerti è sempre più numeroso. Al festival di Chippenham ‘Eddie Cochran Weekend’ siamo ormai ospiti fissi.

..si ma, gli Usa?
Ci stavo arrivando…
Il mio approccio con gli Usa è avvenuto nel modo più semplice ed inaspettato. Durante le registrazioni del primo CD dei Di Maggio Bros., scoprii su internet il sito rockabilly più visitato on line, ‘The Rockabilly Hall of Fame’. Decisi di spedire il promo del CD a Bob Timmers (Presidente) per avere un parere sul nostro operato. Una settimana dopo, ricevo una telefonata da Bob, il quale entusiasta, mi propone di produrre il disco… pensai tra me e me, assolutamente una storia da film anni ’50.
Da allora il nome dei Di Maggio Bros. ha iniziato ad echeggiare in tutto il circuito e ci ha permesso di conoscere e collaborare con oltre 50 artisti americani ed inglesi.
Devo dire che tutto l’ambiente musicale americano mi ha subito accolto con entusiasmo e questo mi ha permesso di esprimermi al meglio e senza particolari emozioni che potevano giocare brutti scherzi al mio debutto.
A differenza dell’Italia, ho avuto modo di suonare con tutti i miei idoli, molti artisti della Sun Records, compresi i musicisti di Elvis che mi hanno trattato come uno di loro, eccezionale.

Cosa vuoi dire con.. a differenza dell’Italia?
Non credo sia soltanto la mia opinione. Da noi la collaborazione è molto rara e praticamente sempre tra musicisti che hanno la consapevolezza dei propri mezzi, cioè non frustrati da insuccessi ma appagati quantomeno dal giudizio positivo dei giornalisti e soprattutto del pubblico presente ai concerti, quest’ultimo il solo inconfutabile.
Dovremmo prendere esempio da quegli artisti che hanno creato la leggenda di questo genere, vedi i Comets o i musicisti di Elvis, le persone più semplici che ho conosciuto e se vogliamo…. potrebbero pure tirarsela un po’, non ti pare!?
Altro fatto negativo, in Italia non vedrai mai un produttore ad assistere ad un concerto in un club alla ricerca di nuove realtà musicali e per questo che spesso vengono prodotti artisti con alle spalle si e no 10 concerti in qualche piano bar di scarso livello.
Alcuni anni fa, parlando con un produttore, mi sentii dire che il r’n’r non ha mercato e che avrei dovuto dedicarmi ad altri generi se avessi voluto avere successo. Gli risposi che il ‘successo’, a mio parere, corrisponde all’apprezzamento che il pubblico ti esterna durante il peraltro considerevole numero di concerti live. Soprattutto, avere la considerazione degli addetti ai lavori con la consapevolezza di non aver usufruito di operazioni di marketing o per meglio dire…di raccomandazioni.
Il problema scaturisce anche dalla programmazione unilaterale effettuata dalle Radio e dalle Tv: pop, rap, techno, tutto al di fiori del r’n’r che però a quanto pare piace molto a tutti i tipi di pubblico.

Domanda interessata..e della Francia cosa ne pensi?
La Francia è stata una piacevole sorpresa. Siamo stati accolti con un entusiasmo incredibile e dai primi indimenticabili shows nei clubs nel sud, il ricordo più bello va al sold out ottenuto al Palais du Sports di Lione, replicato poi con Robert Gordon.

A proposito, Robert ha sempre avuto i migliori chitarristi in assoluto al suo fianco, Danny Gatton, Chris Spedding, Link Wray, questa eredità ti pesa?
Al contrario, è una piacevole conferma. Ho i dischi di Robert con questi grandi strumentisti e pensare che attualmente lui mi vuole con se per le sue date in Europa mi riempie di orgoglio.

Hai collaborato con quasi tutti i grandi del R’n’R, quali sono le esperienze che ricordi con maggior piacere?
Molte, alcune però mi hanno dato qualcosa in più per aspetti diversi.
La collaborazione con Terry Williams batterista dei Dire Straits, che inoltre ha suonato con B.B. King, Albert Lee, Eric Clapton, Mark Knopfler. L’essere apprezzato così tanto da un musicista richiesto da tutti i più grandi nomi mi ha dato piena fiducia nei miei mezzi e mi ha aperto le porte di altri circuiti musicali.
Ho suonato e cantato Be Bop A Lula con i Blue Caps di Gene Vincent e nella band per l’occasione c’era anche Albert Lee! Per non parlare di quella con D.J. Fontana, batterista di Elvis Presley e Bill Mack, bassista di Gene Vincent, in occasione dell’assegnazione di un Grammy alla carriera a Brenda Lee nell’incredibile palco del Grand Ole Opry a Nashville.

Hai suonato al Grand Ole Opry?!
Si, è successo nell’Aprile del 2001 poco prima del Viva Las Vegas e dopo essermi gustato 30 minuti con queste leggende, ho avuto il piacere di assistere ad un festival dove erano presenti veramente tutti i miei idoli.

Suoni da diverso tempo con la stessa formazione?
Si, collaboro con il contrabbassista Matteo Giannetti da 7 anni, con il batterista Marco Barranti da 5 e….con mio fratello Massimo da sempre! Mi trovo molto bene con loro, musicisti completi con i quali riesco ad esprimermi senza difficoltà e posso cambiare stile e repertorio in qualsiasi momento, vista la loro versatilità.

Quali sono le bands attuali che preferisci?
Vista la varietà dei miei gusti, citerei Hot Club Of Cowtown, Junior Brown, Wayne Hancock per quanto riguarda il country ed il western swing, i ‘soliti’ Brian Setzer e Reverend Horton Heat per il neo rockabilly, i 4 Charms per lo swing e gruppi come i Derailers o Sprague Brothers più vicini al country/surf e sixties, poi, parlando di chitarristi non legati ad un solo stile…il grandissimo Johnny Hiland. Ho avuto il piacere di assistere ad un suo concerto a Nashville quando era ancora un illustre sconosciuto e posso dire che si merita tutto il successo che sta riscuotendo attualmente, una forza della natura.

E i gruppi italiani?
Hormonauts, Starliters, Belli di Waikiki (completamente folli), Good Fellas.

Cosa pensi della situazione liveclubs in Italia?
mmm…l’Italia non sta passando un gran bel periodo. Pur suonando tanto, devo dire che i clubs particolarmente attenti alla programmazione live e con un occhio di riguardo verso i progetti originali sono sempre meno. Se ti giri intorno, vedrai almeno il 50 per cento dei locali che programmano cover band e tribute band, tutto questo a scapito di chi vuole proporre qualcosa di originale e soprattutto non voglia essere apprezzato per essere un Jukebox umano ma un musicista dotato d’inventiva e personalità.
E’ un peccato vedere quanti buoni musicisti con progetti validi faticano ad esibirsi in Italia. In altri paesi europei il pubblico è molto più attento e la cultura musicale più elevata ed aperta, costringe in qualche modo i gestori a programmare eventi di vario tipo e non legati strettamente a filoni commerciali.

So che hai diversi progetti con i quali ti esibisci dal vivo, qual’è il più richiesto?
Forse il Marco Di Maggio Trio, credo per la versatilità del repertorio proposto ed anche per il sound più ‘massiccio’ rispetto agli altri progetti.
L’altro mio progetto principale resta quello legato ai Di Maggio Bros. con mio fratello Massimo. Con questo trio nato volutamente senza batteria, mi diverto molto a suonare in stile western swing, bluegrass e rockabilly. Il bello è che nonostante la mancanza della batteria il sound esce veramente compatto ed è una via di mezzo tra le prime sessions della Sun ed il primo country suonato a Nashville nei primi anni `60. Ultimamente abbiamo effettuato dei concerti anche con l’aggiunta della batteria.
Con un progetto simile a questo, ‘The Acousticats’, propongo invece un sound totalmente acustico a metà strada tra country/jazz e rockabilly.
Prossimamente dovrebbe uscire il primo album.

E l’orchestra?
Quello è un progetto che mi sta molto a cuore visto che con l’aiuto del contrabbassista Matteo Giannetti, ho scritto ed arrangiato tutte le parti dei fiati; è stato molto interessante ma per il momento ho deciso di dedicarmi a 2 nuovi progetti live e studio e ho pianificato di arrangiare i nuovi brani originali per uscire con un CD l’anno prossimo.

Sei sempre impegnato in campo didattico?
Ho iniziato a dedicarmi alla didattica nel ‘97, quando la Playgame Music pubblicò il mio video La Chitarra Elettrica Rockabilly. Il video tratta anche di tutti i generi che hanno contribuito alla nascita del genere, per cui mi ha permesso di farmi conoscere anche da appassionati di altri stili musicali. Da allora collaboro ed effettuo stages e workshops per l’accademia Lizard di Fiesole e da poco ho iniziato una collaborazione con Davide Mastrangelo (docente  Lizard), un bravissimo chitarrista acustico Fingerstyle, tra i più apprezzati nel suo stile. Ci esibiamo prevalentemente in duo, eseguendo un repertorio che va dal country jazz, rockabilly, fingerstyle.

So che hai collaborato anche alla realizzazione di colonne sonore..
Nel ‘99 incisi un album su richiesta di alcune agenzie pubblicitarie che collaborano anche per la scelta di soundtrack cinematografiche e spots pubblicitari. E’ stata una bella scommessa che mi ha regalato molte soddisfazioni. 10 degli 11 brani originali registrati sono stati utilizzati da grandi aziende quali TIM, HONDA SCOOTER, SANTAL, ma soprattutto, sono stati inseriti in numerosi films e telefilms in tutto il mondo, compresa la serie Tv FRIENDS.

…nuovi progetti?
Si, uno con i Thunder Twins, quartetto composto da me, Simone Di Maggio e gli Astrophonix. Progetto legato ad un sound molto aggressivo con le 2 chitarre sempre pronte a sparare note a raffica!
Il progetto principale con il quale sono impegnato attualmente è con la Di Maggio Connection, nuovo trio/quartetto a metà strada tra neo rockabilly/surfl/rock con il quale ho inciso il CD  The Wildest Game ed ho realizzato un Videoclip con Claudio Gregori, alias Greg delle Iene come ospite. Il repertorio è composto da brani originali e molto spesso dal vivo abbiamo Claudio con noi.

Che differenza c’e’ tra il trio e …la Connection?
Coni il trio resto comunque legato ad un sound virtualmente più pulito, mentre con la Connection, oltre a proporre per la quasi totalità brani originali, eseguiamo un repertorio molto più attuale. Per gli amanti del neo Rockabilly potrei paragonarlo ad un incontro tra Reverend Horton Heat, Cramps e Brian Setzer.

Prossime uscite discografiche?
Dopo la ‘fatica’ del CD con la Connection mi sono preso un paio di  mesi di pausa da studio di registrazione! Comunque i progetti in procinto di realizzazione  sono molti, a partire da quelli ‘bloccati’ da problemi  contrattuali con la mia etichetta tedesca. Dal 2003  ad oggi ho in realtà inciso e prodotto ben 4 album:  il secondo tributo a Eddie Cochran, un album con la cantante olandese Sue Moreno, quello acustico con il progetto Acousticat ed uno didattico. Sto lavorando affinchè possano essere pubblicati presto.
Quindi, dopo l’uscita del CD della Connection avvenuta a Gennaio 2005, il prossimo dovrebbe essere quello con Sue Moreno.
Al momento ho iniziato le incisioni del nuovo album dei Di Maggio Bros.

Prossimi appuntamenti e soprattutto… quando tornerai in Francia?
Per quanto riguarda la Connection, presenteremo il CD il 24 marzo al Velvet di Castiglion Fiorentino, il 1 aprile al Keller Platz di Prato, l’8 aprile allo Spazio Musica di Pavia, il 16 aprile a La Gabbia Music Club di Bassano del Grappa. In Francia, suoneremo il 23 aprile al festival Good Rockin’ Tonite con i Thunder Twins… don’t miss `em!

Ottimo, allora a prestissimo!

COSA HANNO DETTO DI Marco Di Maggio
“Il miglior gruppo rockabilly degli ultimi anni, potrebbero divenire gli Straycats del 2000″ (Bob Tírnmers – Presidente della Rockabilly Hall of Fame – USA)

“Ho suonato con i più grandi: B. B: King, Eric Clapton, Mark Knopfler e posso dire che Marco Di Maggio è uno, di loro” (Terry Williams, il batterista dei Dire Straits)

“Una incredibile band ed uno sbalorditivo virtuoso della chitarra” (Ronnie Weiser – Rollin’ Rock Records – USA)

“Marco combina grande tecnica e feeling ed è incredibilmente veloce!” (Rock And Roll Universe – Germany)

“Prevedo che sarà il disco del ’98, perchè non abbiamo un gruppo così valido negli USA?” (Joe Waigel – Las Vegas)

“Marco Di Maggio è con ogni probabilità il miglior chitarrista rockabilly mondiale” (Jerry Chatabox – Manager e noto D.J. inglese)

“High Speed Picking, uno sconvolgente strumentale, per dimostrare che il chitarrista può superare sè stesso” (Marc Fenech – Southern & Rocking. Music Magazine UK Finlandia)

“L’anima tricolore del rockabilly” (Luciano Biasibetti – Guitar Club)

“I Di Maggio Bros. sono un’ottima band e lui è un chitarrista diabolico” (Bob ‘Gir It’ Kelly, Compositore per Gene Vincent)

“Il gruppo stupisce per la capacità di rendere così vivo e palpitante un genere così sfruttato come il classico Rock’n’Roll” (Giovanni Ballerini – La Nazione Firenze)

“Grandi musicisti e bellissime voci, prevedo un grande futuro per questa band” (Billy Swan – Compositore per Elvis Presley e produttore di Tony Joe White – USA)

“Realizzando l’album Thank You Eddie!, Marco Di Maggio non ha eseguito semplici covers ma ha aggiunto qualcosa di speciale alla memoria di Eddie Cochran. D’altra parte chiunque abbia una Gretsch tatuata sull’avambraccio non può scherzare” (Bob Hume – Cochran Connection UK)

Grande band, ottimo lavoro discografico” (Bob McCaver, Manager di JerryLee Lewis – USA)

Dopo l’olio d’oliva, Marco Di Maggio è il miglior prodotto d’esportazione italiana!” (Linda Gail Lewis – Pianista e cantante, sorella di Jerry Lee Lewis)

“Marco ha tutto quello che serve per divenire una rockabilly star” (Narvel Felts – Disco d’oro in USA nel 1975 con Lonely Teardrops)

“Wow! che grande debutto!” (Steve Ainsley – Now Dig This – UK)

“Una grande band guidata da un autentico virtuoso della chitarra” (Martin Ace – Man – Galles)

“High Speed Picking, un incredibile esercizio chitarristico dove Marco ci mostra le sue notevoli capacità” (Roberto Arioli – Buscadero – Jamboree)

MARCO DI MAGGIO DISCOGRAPHY
Tele Rock And Roll – Rockhouse Rec. 1995 1/NL
Rockabilly Guitar – Video – Playgame Music 1997 I
Rockabilly From The Boots Up – Rockabilly Hall Of Fame 1998 USA
Thank You Eddie – Vampirella Rec. 1999 D
Superpicking – Vampirella Rec. 2000 D
At Full Speed – Vampirella Rec. 2002 D
Everybody’s Movin’ (with Simone Di Maggio) – Vampirella Ree. 2001 D
The Wildest Game – Area Pirata Rec – Italy – 2004

ALCUNE COMPILATIONS
Cash On Delivery – CMH Rec. – 1998 USA
Rockabilly Hall Of Fame Vol. 2 – RabHof – 1998 USA
Rockabilly Hall Of Fame Vol. 3 – RabHof – 1999 USA
Swing Your Hips – Whampire Rec. – 1999 D
Swing, Jive And Wail – Whampire Rec. – 1999 D
Kings Of Rockabilly Guitar – Vampirella Rec. – 1999 D
Wild Men Bop 3 – Vampirella Rec. – 1999 D
Wild Men Bop 4 – Vampirella Rec. – 1999 D
The Tribute To Buddy Holly – Whampire Rec. – 1999 D
The Tribute To Jerry L. Lewis – Whampire Rec. – 2000 D
Rockabilly Hall Of Fame Vol. 4 – RabHof – 2000 USA
Wild Men Bop 5 – Vampirella Rec. – 2000 D
5th Anniversary Vynil – Whampire Rec. – 2000 D
Elvis Still Alive – Vampirella Rec. – 2000 D
Jamboree Xmas Album – Jamboree Rec. – 2000 I
Wild Men Bop 6 – Vampirella Rec. – 2001 D
The Sun Tribute – Vampirella Rec. – 2001 D

Maurizio Maiotti, fonte Jamboree n. 48, 2005

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