James King - These Old Pictures cover album

A cinquant’anni dalla nascita del bluegrass è stupefacente constatare come questa musica si sia evoluta, prendendo direzioni diverse – jazz, gospel, country, ma anche rock e blues – pur mantenendo costanti le sue caratteristiche. In realtà, se oggi si suona e si ascolta soprattutto bluegrass tradizionale (per ‘traditional’ si intende quello suonato fino agli anni ’50) è solo perché tutti questi generi sono, di fatto, gli ‘ingredienti’ grazie ai quali Bill Monroe, ‘the father of bluegrass music’, all’inizio degli anni ’40 ha potuto dar vita a questo particolarissimo stile.

Con il passare degli anni, e delle mode, le nuove formazioni hanno evidenziato quelle componenti che meglio si adattavano al loro periodo storico, tuttavia il bluegrass tradizionale ha in sé tutti quegli elementi ‘tecnici’ da renderlo un genere completo, nel più ampio significato del termine.
La tecnica violinistica, di origine old time, è intrisa di complesse soluzioni jazzistiche, così quella mandolinistica, il levare, quasi sempre fortemente blues, ecc. E’ vero, è una musica di pochi accordi, ma come il blues è importante, fondamentale, come essi vengono suonati: una struttura apparentemente semplice, ma che riesce a rivelare grande pathos ed emozione: ‘soul’, ancora una volta, è la parola che meglio esprime quei sentimenti di cui l’uomo si nutre e grazie ai quali sopravvive.

E di soul These Old Pictures trasuda, in ogni nota, in ogni momento. E’ uno dei dischi bluegrass più significativi degli ultimi tempi, sia dal punto di vista strumentale che vocale. James King è accompagnato da Tim Smith, e da tre quinti degli ormai mitici Johnson Mountain Boys. Il suono di These Old Picture è infatti marcatamente JMB, e chi ha seguito i cinque ragazzi di Washington D.C. nelle loro avventure discografiche sa bene cosa ciò significhi. Che nessun fruitore di buona musica dotato di sufficiente buon senso rimanga sprovvisto di questo disco.

Rounder CD 0305 (Bluegrass Tradizionale, 1993)

Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 3, 1994

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