James King - Thirty Years Of Farming cover album

Si affaccia sul mondo della musica bluegrass nell’84 con un’incisione edita dalla minuscola Wango, effettuata con gli elementi dei Clinch Mt. Boys dell’epoca con l’aggiunta del fiddler Eddie Stubbs. Null’altro fino al ’93, anno in cui Sant’Irwin (perché Padre Pio sì e Ken Irwin no?) compie la solita fatidica telefonata che trasforma un’emerito  sconosciuto in una delle più importanti personalità della musica bluegrass.
Gli fa incidere These Old Picture, la prima botta, e che botta. La seconda giunge nel ’95 (Lonesome And Then Some) a confermare la sua grandezza di vocalist. Anche il cd nr. 2, come il debutto su Rounder, è registrato con gli ex Johnson Mt. Boys al completo.
Il terzo atto si fa attendere altri tre anni. Nel frattempo compaiono sulla scena i Longview, una ‘super band’ formata da lui e altri cinque elementi attivi in gruppi diversi. Era il ’97. L’anno successivo arriva il primo cd di King con il suo gruppo, Bed By My Window, bel disco buon successo. Poi ancora una lunga pausa, spezzata dal secondo Longview. L’attesa per un disco nuovo tutto suo si conclude oggi: eccolo, Thirty Years Of Farming.

Stesso granitico sound, stessa voce potente a gola aperta e stesso approccio nel riarrangiare vecchi standard e nell’eseguire nuove canzoni. Nessuna novità, per fortuna. Ci conosciamo e sapete bene che chi scrive è tutt’altro che un conservatore, ma certe cose penso sia un bene che non cambino. Cioè, mi piace l’idea che vi siano giovani capaci di portare avanti la musica adattandola alla società contemporanea, ma mentre altri continuano però a mantenerla viva senza snaturarla. Non fraintendetemi, James King non è fermo, ha una grande personalità, è riconoscibile tra mille altri, ma è così dannatamente tradizionale da farci sentire un po’ più ‘sereni’.
Un consiglio? Riscaldatevi anche voi a questo focolare prima di uscire di casa.

Rounder 0490 (Bluegrass Tradizionale, 2002)

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 63, 2002

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