Sull’onda dei grandi mandolinisti dedicatisi a quel filone indicato come new acoustic music, si ripresenta con Mandolbug, sua seconda prova solista Jason Bailey ed il suo mandolino Gilchrist. Con un ottimo bagaglio alle spalle ed una superba conoscenza della materia, si avvale anche questa volta di una band importante di tutto rispetto che vede Andy Leftwich al violino e mandola, Russ Baremberg alla chitarra, Matt Flinner al mandolino banjo e mandoloncello, Ross Martin alla chitarra, Byron House e Eric Thorin al contrabbasso. Tutte le composizioni portano la firma dell’autore mentre gli arrangiamenti sono di concerto con Matt Flinner.
Cito subito la traccia numero sei che titola l’album perché è un buon riassunto di quel che il lavoro propone. Un brano in tre quarti dal vago incedere irlandeseggiante ma con le caratteristiche tipiche della new acoustic music di qualità, quindi ricerca ed innovazione. Ottimo il lavoro di Flinner al mandoloncello e di Leftwich alla mandola. Si può ascoltare poi un ottimo swing in Rhythm Changes ed apprezzare le doti di Jason come jazzista. Tra tutte le note in gioco si sente che il ragazzo ha nelle mani anche la tradizione ed il bluegrass ma sempre arricchiti con un tocco fresco ed innovativo. D’atmosfera il valzer Waltz For Somebody dolce e delicato, mentre molto grismaniano il double mandolin di Mother’s Day.
Da aggiungere che l’album è molto ben registrato con suoni sempre puliti, ben presenti e bilanciati. La cosa che più mi affascina è che in ogni traccia ci sono delle idee tali da rendere l’ascoltatore curioso catturandone continuamente l’attenzione. Inoltre traccia dopo traccia non ci sono cedimenti. Un ottimo lavoro, mi sento di consigliarlo a tutti coloro che amanti della musica acustica di qualità sono sempre alla ricerca di interessanti direzioni.
Joots Music (New Acoustic Music, 2010)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2011
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