Jason Boland & The Stragglers - Somewhere In The Middle cover album

L’esordio di Jason Boland e dei suoi Stragglers risale al 1999, anno in cui uscì il loro debutto intitolato Pearl Snaps (i bottoni automatici con la superficie in madreperla, frequentemente usati nelle camicie a scacchi di stampo squisitamente western), prodotto che li inserì immediatamente fra il novero delle nuove bands degne di attenzione all’interno del circuito della cosiddetta Red Dirt Music, quel sound prettamente localizzato nel territorio lungo il confine fra Texas ed Oklahoma.
Ci vogliono due anni per vedere i ragazzi di nuovo al lavoro, ma l’attesa è ripagata dall’uscita di Truckstop Diaries, un altro centro ed un’altra decisa conferma delle capacità del gruppo.
Si accorciano i tempi di attesa ed il 2002 vede l’uscita di Jason e dei suoi Stragglers nella serie Live At Billy Bob’s Texas con un disco dal vivo – ovviamente – che ne evidenzia non solo la carica emotiva e la grinta, ma anche le indubbie capacità tecniche. Ci vogliono poi altri due anni per mettere a punto il materiale – ottimo – che compone questo quarto Somewhere In The Middle, anche perché la band ha un’attività on the road assolutamente estenuante.

Brad Rice (harmony vocals & drums), Grant Tracy (bass), il grande Roger Ray (praticamente qualsiasi tipo di chitarra) e lo stesso Jason Boland (voce solista e chitarra acustica) compongono l’ossatura stabile del gruppo, con frequenti apporti artistici da parte di vari amici, fra i quali l’onnipresente produttore texano Lloyd Maines, Randy Crouch, Stoney LaRue, Coby Weir, Riley Osbourn, Noah Jeffries, Dennis Ludiker e Doug Moreland.
Anche per questo quarto disco il sound non si è spostato dalle premesse degli inizi: musica sanguigna e senza fronzoli, sano rock affiancato da un altrettanto graffiante apporto country, in una miscela che potrebbe essere indistintamente etichettata come country-rock o rock-country a partire dal brano iniziale intitolato Hank, una cover di una song a firma Aaron Wynne (apparso anche sul nuovo (sesto) CD degli Eleven Hundred Springs intitolato Bandwagon, che lo riportava per esteso: Hank Williams Wouldn’t Make It Now In Nashville Tennessee).
Il brano rappresenta un’amara riflessione della situazione attuale della musica country e di come lo stesso Hank non riuscirebbe probabilmente ad avere successo al giorno d’oggi. Se le liriche risultano pessimistiche, il sound è accattivante e molto texano, con la batteria ed il fiddle ben presenti, insieme ad una altrettanto fondamentale steel guitar: Waylon Jennings ne sarebbe stato grande interprete, ma Jason Boland ne riceve l’eredità in modo più che egregio.

When I’m Stoned è altrettanto texana ed altrettanto outlaw, sia come suono, che come testi, Somewhere In The Middle è più rock e sfodera una chitarra elettrica in apertura e nel prosieguo del brano (Roger Ray) molto rollingstoniana. Con If You Want To Hear A Love Song si cambia il passo ed il brano si presenta come una ballata acustica sorretta dalle morbide percussioni di Brad Rice e sottolineata dall’accordion di Adam Odor e dalla chitarra resophonic del solito Roger Ray.
Back To You è molto country, grazie al fiddle di Tennis Ludiker, Stand Up To The Man non si discosta molto dal filone tradizionale, mentre Radio’s Misbehaving è una divertente divagazione in ambito swing. Dirty Fightin’ Love è texana fino al midollo, 12 oz. Curls è il prototipo della country music texana di qualità che strizza l’occhio ad un minimo di commercialità, Mary rialza il livello (ma si era mai abbassato?) e si rivela come una vissuta ballata elettroacustica, Thunderbird Wine parte con una timida chitarra acustica pizzicata per poi esplodere in tutto il suo maestoso incedere di western song a firma Billy Joe Shaver, vate del cantautorato texano e vera eminenza grigia in termini di honky-tonk. Il disco, che è davvero impedibile, si conclude con Hell Or Burst, un’altra ballata acustica, interpretata con pathos e coinvolgimento emotivo da Jason Boland. Jason e la sua band sono ancora giovani, hanno già quattro – ottimi – albums al loro attivo e sicuramente sono una realtà imprescindibile per chi ama il suono texano.

Smith Entertainment 7022 (Traditional Country, Country Rock, Outlaws, 2004)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 73, 2004

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