Ex avvocato con la passione per la musica, il texano Jeff Talmadge è sulle scene da oltre tre decadi con una produzione legata alla grande tradizione cantautorale del Lone Star State, prettamente acustica e dal profondo taglio narrativo. Specialmente dopo aver chiuso il proprio ufficio di Austin ed essersi trasferito ad Atlanta, Jeff Talmadge (che nel frattempo aveva al proprio attivo già quattro dischi solisti e alcune tracce in duo come Talmadge & Bramlett) ha intrapreso un percorso più regolare incidendo per etichette indipendenti (Corazong e Berkalin) e ottenendo un meritato riconoscimento da parte della critica americana ed europea che ha apprezzato il suo ottimo finger-picking e una vena poetica decisamente interessante.
Album come Gravity, Grace And The Moon (2003), Blissville (2004) e Kind Of Everything (2011) hanno fissato le coordinate di una canzone d’autore fortemente debitrice nei confronti di Guy Clark, Mickey Newbury e Townes Van Zandt e pur non avendo il genio compositivo di questi ha mostrato doti rimarchevoli proseguendo una carriera magari senza grandi picchi artistici ma con estrema coerenza stilistica e introspezione lirica.
Sparrow ora viene a colmare un silenzio discografico di dieci anni, periodo nel quale Jeff Talmadge ha dovuto fare i conti con problemi di salute che ne hanno inevitabilmente rallentato la scrittura e la possibilità di andare in tour ma finalmente possiamo apprezzare dieci canzoni scritte negli anni e riunite in un lavoro perfettamente in linea con la sua personalità e musicalità.
J. David Leonard e Bradley Kopp lo hanno affiancato nella produzione e hanno contribuito in maniera importante anche a livello strumentale portando a termine un disco di valore che necessita di essere valutato nella sua interezza dopo alcuni ascolti viste le apparenti similitudini che legano molti dei brani.
Hurricane si segnala subito come uno dei momenti più intensi e di spessore e apre giustamente il disco, portando in dote un’angolazione con cui Jeff Talmadge fa emergere la cura dei particolari e una narrazione sensibile ed empatica. If I Was A Sparrow non sposta gli equilibri e ci regala un’altra ballata rilassata e colloquiale mentre canzoni come Katie’s Got A Locket e Little Speck Of Dust aggiungono quel pizzico di frizzantezza che sarebbe stata utile in qualche momento in più per rendere maggiormente orecchiabile l’album.
Da segnalare comunque Maybe Next Year scritta a quattro mani con Jaime Michaels e Devil’s Highway in cui sono coinvolti nella scrittura Jim Patton e Steve Brooks, altri due protagonisti della scena texana e le esperienze italiane di una sorprendente Night Train From Milan.
Bentornato Jeff.
Berkalin BRK-10049 (Singer Songwriters, 2024)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2024