Per poter giudicare la qualità della musica contenuta in un disco spesso sono necessari ripetuti ascolti. A volte invece succede che, per la sua immediatezza, possa già ad un primo ascolto piacere o, al contrario, lasciare perplessi se non addirittura deludere profondamente.
Bound To Ride, intendo dire il brano d’apertura, che da il titolo al disco e che dura due miseri minuti e due secondi, è sufficiente per entusiasmare, comprendere di essere in possesso di un prodotto di altissimo livello e confermare all’ascoltatore che il titolare dell’impresa è un banjoista in grado di produrre una musica fresca, moderna, grintosa e accattivante, realizzata con gusto e mestiere, onestà e rispetto della tradizione.
Dal punto di vista tecnico, Jim Mills sbalordisce per la pulizia del suono, timbro, per le soluzioni e arrangiamenti, senso della melodia e del ritmo.
Con i complimenti potrei chiudere qui, il problema è che gli aspetti negativi, o perlomeno deboli, proprio non riesco ad individuarli. Anche la selezione del brani ritengo possa essere considerata vincente, infatti il disco riesce a conquistare in ogni suo momento grazie ad una vasta gamma di ritmi e dal sapiente bilanciamento di cantati-strumentali.
Ascolterete fiddle tune, strumentali tributo a Scruggs e canzoni bluegrass dallo stile classico, fino ad un lento lento, strumentale, dove con il convincente uso di bending e slide, il banjo di Mills raggiunge livelli di espressività di tutto rispetto.
Ha esordito dieci anni fa nella band di Doyle Lawson, ha suonato anche con i Summer Wages e per i Bass Mountain Boys, attualmente il suo banjo è al servizio dei Kentucky Thunder di Ricky Skaggs (!) e oggi realizza un disco che farà godere ogni serio appassionato di bluegrass tradizionale. Tre deca ben spesi, credetemi…
Sugar Hill SHCD-3883 (Bluegrass Tradizionale, 1998)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 44, 1998