Una band di musicisti che interpretano alla perfezione lo spirito con cui a Austin si affronta l’eredità musicale del Grande Paese: grande considerazione della tradizione, innovazione interpretativa, un eclettismo totale nella scelta del repertorio che è croce e delizia di ogni musicista di quaggiù, che rappresenta il piacere di suonare liberi da costrizioni ma anche la condanna alla limitazione su base regionale del proprio successo.
Come dicono le note di copertina, con malcelato ma comprensibile orgoglio, il CD è ‘un melting pot di blues, country, swinge rock’n’roll’.
“It don’t mean a thing if it ain’t got that twang”, diceva qualcuno. Di questo principio basilare la AM Band è perfettamente consapevole e nello sviluppare il proprio stile si è premurata di attenersi alla regola.
Dall’incontro con lo swing, l’elemento basilare che lega tutta la loro musica, il titolo del CD.
Apre le danze, poco convenzionalmente, Onward Charlie’s Christian’s Soldiers un sostenuto cowboy-jazz strumentale con scambi di ruolo tra chitarra e piano, e scopriamo subito dopo che era solo una piattaforma di lancio per lo swing-boogie Texas And Pacific sullo stile dei primi Asleep At The Wheel.
E’ poi il turno di un po’ di swamp rock con Bye Bye Bayou e My Baby Left Me.
Il country è rappresentato da una Long Black Limousine che ricorda la Sing Me Back Home di buona memoria, una Ninety Miles Per Hour (Down A Dead End Street) accelerata rispetto all’originale, That’s All I Need firmata dallo stesso Stringer ed una divertente scivolata nell’honky tonk con Sick, Sober & Sorry con preziosi licks di Boomer Norman e l’immancabile stacco di piano.
Ancora country con No Love Have I del vecchio Mel Tillis e di nuovo tanto swing con Special Delivery Stomp dall’ampio repertorio di Artie Shaw, Jack You’re Dead, 36-22-36 uno shuffle blues cantato da Alan Barnet, un paio di rock’n’roll alla Elvis a firma ancora di Stringer: We Ran Out Of Love Baby Blue, I Wanna Be In Your Dreams ed uno più Chuck Berry oriented con aggiunta di corerti, Earthquake.
Pur contando sul talento di Stringer, autore e musicista, e di T. Jarrod Bonta, eminenza grigia della band, la forza del disco è sicuramente nel collettivo. Si è detto di Boomer Norman ma anche il batterista Lee Potter non si limita alla manovalanza ed offre costantemente il suo apporto vocale.
Sopra tutto si sente la passione vera, il gusto di suonare ed una conoscenza illimitata delle mille strade che portano a quello straordinario filone d’oro che è la grande musica americana… interpretata, naturalmente, Austin style.
Texas Round Up (Alternative Country, 1999)
Fabrizio Salmoni, fonte Country Store n. 54, 2000
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