Diventa difficile essere imparziali con un artista come Jimmy LaFave in special modo dopo averlo visto dal vivo un paio di volte. La gente si accalca ai suoi concerti e sillaba sulle labbra le sue canzoni. Le ragazze urlano, si accalorano e si immedesimano nelle situazioni d’amore mentre i loro compagni le stringono. Questo songwriter crea attorno a sé situazioni ricche di emozioni, una impalpabile atmosfera che solo i grandi artisti fanno provare. Se avessi scritto le impressioni di questo CD appena l’ho ascoltato, l’avrei giudicato “di poco superiore alla media”… e sarebbe stato un imperdonabile errore. Non ho voluto credere alla superficialità del primo ascolto così l’ho rimesso e riascoltato più e più volte. Non per costringere me stesso a ricredermi, ma per capire ed analizzare questo lavoro e se mai ci fosse qualche calo musicale o qualcosa che non avessi afferrato.
Innanzitutto va riconosciuto a Jimmy LaFave un grande coraggio. Pochi sono i musicisti che osano affrontare la loro ‘seconda’ uscita con 16 brani per ben 70 e passa minuti di musica, tenendo un livello qualitativo costante. Secondariamente, non vi sono covers di Dylan, di cui questo artista – permettetemelo – è certamente il miglior interprete. D’altro canto l’unica cover presente, Early Summer Rain di Kevin Welch, non merita giudizi e paragoni tanto sono insuperabili ambedue le versioni. E’ d’obbligo leggere il testo di questa song. Si capiscono così una serie di affinità e di amicizie che esistono tra alcuni cantautori. Questi sanno far proprie le canzoni d’altri perché specchio di se stessi e dei propri sentimenti, sanno riproporcele in una nuova veste facendoci provare nuove vibrazioni grazie alla loro sensibilità non comune.
Austin After Midnight è uno degli esempi più lampanti e lucidi del songwriter che sa cogliere e descrivere con poche parole la poesia, il feeling, il movimento e l’essenza di una città e dei suoi abitanti. E’ evidente che il suo modo di scrivere le canzoni colpisce nel segno. Inoltre possiamo anche prendere ad esempio la dolcissima Give Your Sweet Love To Me dove nel contesto musicale abbiamo il violino di Gene Elders che colpisce e penetra con le sue note impregnate di tristezza.
E’ fondamentale parlare anche della band dei Night Tribe. Attorno a sé Jimmy ha questi professionisti che sono il sogno, il coronamento ideale di una partnership solida. Tutti meritano elogi, indistintamente. Mi perdonino David Sanger, batterista attento (d’altronde ben lo conosciamo fin dai tempi degli Asleep At The Wheel), e Randy Glines, bassista solido, se li ‘liquido’ con poche parole. Fate molta attenzione all’apporto fondamentale di David Webb, alle tastiere. Seguite i suoi passaggi mentre si estendono con quel vecchio old fashion style anni Settanta e avvolgono, fanno da corolla alla voce di Jimmy in I’ve Got Your Picture o, come in Dark Dancing Eyes, sostengono il solismo di Larry Wilson. Questo chitarrista, poi, misurato, in grado di graduare i suoi interventi, di essere ‘heavy’ o ‘dreamy’ a seconda delle occasioni, è la spalla, il perfetto alter-ego di un musicista come LaFave.
Ma ritorniamo a questo nuovo lodevole prodotto. Il nostro Jimmy, in una canzone d’amore condensa allo stesso tempo il ‘sogno americano’, la beat generation, l’hippy movement e il rispetto per la natura: “I treni a tarda notte / Le scarpe da viaggio / I cani nella campagna / Che ululano i blues / Perso nel paesaggio / Il mio pollice al vento / La sensazione che provo / Quando ti vedo di nuovo / Dormo sulle montagne / La prima luce sulle pianure / Il profumo della prateria / Dopo la pioggia…” (When I See You Again). E’ difficile trovare oggi chi riesce a fare musica con tanta poesia e a scrivere queste parole cantandole con tanta passione. Io e i miei amici lo abbiamo soprannominato Jimmy LaFavola. Sicuramente lo farete anche voi!
Bohemia Beat 0022 (Singer Songwriter, Alternative Country, 1994)
Gianfranco Giudici, fonte Out Of Time n. 4, 1994
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