Joe Ely - Honky-tonk Masquerade cover album

Joe Ely è un personaggio nuovo, nel vasto panorama musicale texano, e pur assai giovane, suona e compone nel più classico stile honky-tonk. La musica honky-tonk (una versione texana del tradizionale country statunitense, molto più cadenzata nella sezione ritmica e ripulita nella sua parte strumentale), ha avuto un grande sviluppo in questi ultimi anni. Ely è certamente l’elemento più interessante che è riuscito a mettersi in luce tra le nuove leve. Joe dimostra una notevole esperienza e conoscenza, riuscendo così in un campo in cui la concorrenza è molto agguerrita. Dopo avere esordito lo scorso anno con Joe Ely, un album sicuro, ma con alcuni difetti tipici di un neofita, acquista credibilità e riconoscimenti con questo suo secondo sforzo: Honky-tonk Masquerade. Ely è cresciuto in modo notevole come songwriter, mentre la produzione molto più curata gli ha permesso di trovare un sound molto tipico: infatti il suono è una miscela egregia di rock, country e tradizionali melodie locali.

Tra i musicisti veramente notevole è Ponti Bone, alla fisarmonica ed alle tastiere, quindi Lloyd Maines, preciso alla steel. Comunque il gruppo di musicisti è lo stesso che ha contribuito all’incisione del primo album di Ely, e pure il team di songwriters è il medesimo: infatti oltre al protagonista troviamo Jimmy Gilmore e Butch Hancock. Honky Tonkin’ di Hank Williams è l’unico classico dell’album, un dovuto omaggio ad un maestro. Ely si rivela comunque autore/esecutore assai eclettico, da Cornbreed Moon piuttosto rockeggiante, alla tenera e nostalgica Because Of The Wind, dalla lirica Honky Tonk Masquerade alla yodelliana (nella pura tradizione del grande Jimmy Rodgers) l’Il Be Your Fool. Un cenno pure a Boxcars, dedicata ai treni, ed alla stupenda West Texas Waltz (entrambe di Butch Hancock), un valzer malinconico, che nella sua triste atmosfera ricorda la solitudine delle piccole città di provincia. Ely è un personaggio notevole, destinato a diventare un honky-tonk hero.

MCA 2333 (Honky Tonk, 1978)

Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 7, 1978

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