John Doyle - Evening Comes Early cover album

E’ noto, almeno tra gli amanti del folk, che John Doyle è un grande chitarrista ed il suo ‘back up’ dinamico ha rappresentato per anni, insieme alla voce di Karan Casey, il marchio di fabbrica dei Solas. Questo suo lavoro d’esordio è una gradita sorpresa che svela altre qualità di questo musicista che durante la sua permanenza nel supergruppo capitanato da Seamus Egan non erano proprio così evidenti.
Già nell’ultimo album della band si era guadagnato un pò più di spazio e ci aveva dato un anticipo delle sue doti di cantante interpretando il traditional A Miner’s Life, ma è in questo Evening Comes Early che si dimostra cantante ed arrangiatore di classe superiore, candidandosi come uno dei più accreditati eredi di giganti del folk quali Martin Carthy, Nic Jones e Dick Gaughan.
Suona molto Solas l’inizio del disco, con una North Sea Holes di Ewan McColl dominata dalla ritmica sincopata del protagonista, mentre la seguente Blue Diamond Mines è, come dichiara lo stesso John, “un brano senza tempo” che viene inverosimilmente impreziosito da un Hammond molto discreto. Non mancano i momenti di virtuosismo, con il duello indiavolato tra la chitarra del Nostro e il violino di Liz Carroll nell’accoppiata di reels Crowley’s/Johnny D’s, ma nemmeno quelli carichi di intensità come in Early In The Springs, solo voce e chitarra, che ricorda le cose del miglior Dick Gaughan. L’incedere epico di Crooked Jack ben impersona la fierezza degli immigrati irlandesi di cui narra, con il clawhammer banjo di Richie Stearns che da un tocco old time.
Ancora reminiscenze Solas nel duetto con la Casey in Wheels Of The World e infine le note della chitarra di John, protagonista negli strumentali The Morning Dew And The Morning Star, chiudono in maniera suggestiva un album di grande bellezza.. Imperdibile.

Shanachie 78045 (Folk, 2001)

Fabrizio Inzoli, fonte Out Of Time n. 39, 2002

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