Porta ancora dentro di sé, malcelata, la rabbia, l’amarezza del più grande, del migliore, del talento non capito, non gratificato. E’ John Prine, il songwriter più misconosciuto dei seventies. Come ogni grande folk-singer è un cantore del sociale, della disillusione della ‘working class’, di quel grande sogno americano che proprio durante lo svilupparsi della sua carriera, negli ultimi 25 anni, si è disintegrato. Lost dogs… è l’ultimo figlio di quella disillusione, sempre amaro e cinico, vivo e stimolante nei contenuti.
Musicalmente sempre più formale, capace di affrontare con la consueta classe e sensibilità ogni forma espressiva tra folk, rock e country, levigato e sottotono (quasi a volerci dire: “sono bravo, ma potrei fare di meglio”), penalizzato ma non rovinato dalla presenza di Howie Epstein alla produzione, John Prine rimane comunque decisamente sopra la media per la qualità delle sue songs e delle sue interpretazioni. Sono con lui John Jorgeson, Gary Nicholson, coautore di molti dei brani, Waddy Wachtel, chitarre, Benmont Tench e Phil Parlapiano, tastiere e accordion, e numerosi ospiti che contribuiscono ad arricchire le eterogenee atmosfere ‘Priniane’.
In un lungo CD, 14 songs, John Prine racconta molte cose, ci invita a nuove riflessioni, spesso dice cose tragiche in tono serio, New Train, o cala argomenti giocosi in contesti tragici. Condensa rock, You Are The Lonely, magistrali folk-rock ballads dai toni dylaniani, Lake Marie, country d’autore e acustiche gemme da folk-singer, Day Is Done, l’intera gamma di generi toccati in una carriera, in un solo album. Il tutto con l’arrogante facilità tipica di un primo della classe.
Oh Boy OBR 013CD (Singer Songwriter, 1995)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 10, 1995
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