Il progetto più recente di Jon Langford, artista figurativo di una certa fama ed eminenza grigia della bizzarra compagine nota come i Lone Pine Valley Cosmonauts, si intitola All The Fame Of Lofty Deeds ed esce per la Bloodshot Records di Chicago, un’etichetta indipendente rinomata per essersi legata ad alcuni dei nomi più blasonati della corrente alt.-country (Waco Brothers e Robbie Fulks, tanto per citarne un paio).
Le registrazioni sono state effettuate in varie occasioni, dal vivo allo Stinkpole, agli Hubbard Street Studios, agli Western & Kingsize Labs, agli Engine Studios e presso il locale Fitzgerald’s, tutti ubicati nello stato dell’Illinois.
I brani ricalcano fedelmente lo stile che Jon ha abbracciato fin dall’inizio: una sonorità che affonda le proprie radici nella country music, ma che ha sviluppato una personalità piuttosto ‘alternativa’, vuoi per i contenuti, vuoi per le soluzioni stilistiche e liriche non proprio ossequiose degli stilemi più tradizionali.
Il disco è piuttosto corto (non arriva alla mezz’ora) e la scelta dei brani preserva l’ascoltatore da contaminazioni di stili alieni all’ambiente, se non fosse per una curiosa cover del classico Homburg dei Procol Harum – in Italia la incisero i Camaleonti come ‘L’Ora Dell’Amore’ – qui reso con chitarra acustica e dobro, che ben si inserisce nell’economia globale del progetto.
I brani di All The Fame Of Lofty Deeds sono raccolti come una selezione di rarità ed alternate takes: Constanz è incisa con gli Hillbilly Lovechild, il title-track si avvale della partecipazione dei Lone Pine Valley Cosmonauts, Nashville Radio è in versione veloce, rispetto all’originale e Trouble In Mind, classico fra i classici che fu anche eseguito da Bob Wills, è in versione live, sempre con i Lone Pine Valley Cosmonauts.
Il disco è un manifesto dell’alternative country e risulta dunque strumento estremamente utile per chi vuole imparare a distinguere ed apprezzare i vari filoni che fanno oggi capo al genere definito ‘country-music’.
Bloodshot 108 (Alternative Country, 2004)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 72, 2004
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