Ascoltando Jon Pardi la prima cosa che si pensa è: “Allora non tutto è perduto, c’è ancora speranza!”
Questo ragazzo californiano ha deciso di sfidare il mercato discografico di Nashville proponendo vera musica country. È paradossale ma, nell’ultimo decennio, le case discografiche hanno preferito promuovere una serie di cantanti ben lontani dalle tradizioni ma molto più sicuri dal punto di vista delle vendite.
Nashville è così stata invasa da personaggi che tutto rappresentano tranne che la musica country: Dan+Shay, Sam Hunt, Morgan Wallen, Kane Brown. Per anni le major hanno avuto paura di pubblicare un album dove poter ascoltare un violino, una pedal steel o un banjo. Il pubblico si è ormai abituato allo stile moderno ultra pop farcito di autotune e passaggi rap.
Purtroppo se si vuole trovare del sano vecchio honky tonk bisogna guardare al Texas dove decine di etichette indipendenti producono copiosamente validi artisti che rimangono semisconosciuti e relegati all’interno dei confini dello stato.
Jon Pardi, anni fa, ha sorpreso un po’ tutti riportando in auge il vecchio stile. Già guardandolo capiamo che siamo di fronte al tipico cantante country: cappello da cowboy, camicia western e stivali. Questo tipo di abbigliamento ultimamente era sparito per far posto a T-shirts, e berretti da baseball come a voler dare l’impressione di svecchiare l’ambiente.
Quando lo incontrai anni fa indossavo una tipica camicia a quadri e la prima cosa che mi disse stringendomi la mano fu: “Mi piace la tua camicia, dovrebbero vedersene di più in giro”. Da lì ho capito che con lui la musica country poteva essere ‘salvata’.
In questo suo quarto album c’è tanta voglia di honky tonk, c’è tanta carica degli anni ‘90, sembra di rivivere le atmosfere magiche dei brani di Brooks & Dunn.
Nel testo della title track traspare il desiderio di solitudine che alberga in ognuno di noi. Il velo di malinconia che pervade il testo è in netto contrasto con la melodia allegra e coinvolgente.
Fill Er Up è una perfetta canzone honky tonk da sentire e risentire, mentre New Place To Drink è la classica drinking song in stile anni ‘90.
Il brano Smokin’ A Doobie è stato scritto da Rhett Akins in meno di un’ora durante un pomeriggio di relax lungo fiume.
Longneck Way To Go è un duetto con i Midland, affermato gruppo texano che incide per la Big Machine, la casa discografica che ha rivoluzionato il mondo della musica country da Taylor Swift in poi.
Reverse Cowgirl è un brano dal titolo irriverente che però vede la partecipazione di due grandi nomi: la voce in sottofondo è quella di Sarah Buxton, mentre il violino è della talentuosa Jenee Fleenor vincitrice del premio Musicista Dell’Anno ai CMA Awards dal 2019 al 2022. Questa prodigiosa violinista ha battuto i colossi onnipresenti, i musicisti richiesti in ogni album che si rispetti: Brent Mason e Mac McAnally.
Finalmente si può affermare che nelle classifiche sta comparendo di nuovo la musica country vera e, spinti da un’incredibile risposta positiva del pubblico, e dal declino del bro country, anche altri artisti come Cody Johnson e Randall King sono usciti allo scoperto.
Questo album è quello che ci voleva, è un piacevole ritorno al passato; forse dal punto di vista dei testi si poteva fare di più ma di sicuro le melodie sono puro country, di quello che non si ascoltava da tempo.
Queste 14 canzoni sono perfette per ballare, per sospirare e per ridere: quello che andiamo cercando noi appassionati di country e che finalmente qui abbiamo trovato.
Capitol Nashville (New Traditionalists, 2022)
Gloria Tubino, fonte TLJ, 2023
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