Julie Reeves è una tra le piú fresche proposte musicali di Nashville, un’esordiente ventiquattrenne di Ashland, Kentucky che sicuramente riceverá i consensi di coloro che amano la country music prodotta a Music City.
Dopo qualche anno di tentativi è riuscita ad ottenere un contratto con la Virgin Nashville e, sotto la produzione dell’esperto Scott Hendricks, ha confezionato questo It’s About Time.
Un disco interpretato in maniera eccellente sulla scia di personaggi come Lee All Womack e Sara Evans, con arrangiamenti molto curati ma con un occhio alla tradizione e senza troppo eccedere con le influenze pop.
Molta steel guitar e molto fiddle, nelle esperte mani rispettivamente di Paul Franklin e di Glen Duncan, due tra le ‘colonne’ degli studi di registrazione di Nashville.
Tra gli ospiti spiccano le figure di Lee Roy Parnell e dell’australiano Keith Urban, leader dei Ranch. Le canzoni sono state scelte con molta attenzione e sono firmate dai ‘soliti noti’, Max T. Barnes, Trey Bruce, Ed Hill e Bob Regan tra gli altri.
Tra i brani uptempo spiccano la canzone di apertura Trouble Is A Woman, Party Down, All Or Nothing, Whatever e What You Get Is What You See, mentre ballate come What I Need e soprattutto He Keeps Me In One Piece di Dave Loggins con la conclusiva If Heartaches Had Wings sono da annoverare tra le piú riuscite da parecchio tempo a questa parte.
Per un’esordiente mi sembra giá molto: voce matura, brillanti arrangiamenti e buone canzoni. Naturalmente non si puó gridare al miracolo, è necessario attendere Julie Reeves ad altre prove che possano confermare le aspettative e le previsioni per un roseo futuro.
La concorrenza è nutrita e di alta qualitá e basta qualche singolo non azzeccato per compromettere carriere destinate ad un buon successo.
Nel frattempo l’invito è quello di avvicinarsi ad un disco che potrá riservarvi momenti particolarmente godibili.
Virgin 7243 8 33091 2 2 (New Country, 1999)
Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 51, 2000
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